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USA: NON C’E’ PACE PER I LAVORATORI, NUOVO RECORD DI LICENZIAMENTI

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I licenziamenti già preannunciati dalle società statunitensi sono saliti a gennaio a un massimo dal 2002 e toccano ormai una vasta gamma di settori, anche quelli come IT e farmaceutica prima considerati relativamente al sicuro. Lo dice il report mensile della Challenger, Gray & Christmas, che anticipa di un giorno l’attesissimo dato sulla disoccupazione che arriva venerdi’ e che per i settori non agricoli dovrebbe, secondo le stime degli analisti, parlare di 525.000 posti persi il mese scorso.

Secondo il report Challenger gli esuberi annunciati in gennaio sono saliti del 45% su dicembre arrivando a 241.749. In dicembre 2008 la crescita era stata ancora più spettacolare, 275% sullo stesso mese del 2007 a un record dal 2003. I licenziamenti annunciati sono in parte importante nei segmenti dei beni industriali, dei computer e della distribuzione (quest’ultima prevede di perdere 53.968 addetti).

Ma in una nota che accompagna il report l’AD John A. Challenger avverte che “la diversità delle industrie rappresentate tra i cinque maggiori ‘tagliatori’ in gennaio mostra quanto ampiamente si sia diffusa la recessione. (..) settori che parevano inizialmente immuni alla fase negativa, come computer e farmaceutica, si sono ora rapidamente messi a distruggere occupazione”.

Una curiosa eccezione è la finanza, che con soli 1.458 esuberi annunciati in gennaio – nettissimo calo dai 39.604 di dicembre – registra ora il suo totale minimo dal 2005. I dati dell’occupazione nel settore privato, arrivati oggi da Adp, parlano di 522.000 posti persi a gennaio ma registrano esuberi in calo per la prima volta da settembre scorso.