Economia

Usa, Morgan Stanley: divergenza clamorosa nei dati

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C’è un altro tipo di Spread da tenere d’occhio, diverso da quello tra i titoli di Stato sovrani dei paesi più e meno virtuosi. A fare luce sul fenomeno sono stati gli analisti di Morgan Stanley, i quali hanno scoperto un particolare preoccupante sulla prima economia al mondo. Esiste in questo momento una divergenza clamorosa tra i dati macro reali della potenza americana e le previsioni e i numeri soggetti a libere interpretazioni.

Come si vede bene nel grafico sotto riportato, i risultati positivi appaiono concentrati quasi esclusivamente nei dati ‘soft’ mentre i dati macro ‘hard’ sono semplicemente in linea con le attese, senza grandi sorpresa positive. Nell’ultima riunione di politica monetaria la Federal Reserve, per esempio, non ha ritoccato di molto le sue previsioni sull’economia. I dati pubblicati sinora sono a tutti gli effetti in linea con le stime della banca centrale per il 2017.

Se si mettono a confronto i gap tra dati soft e hard negli anni passati, ossia tra la situazione percepita e quella reale, si scopre che la divergenza è da record. Può darsi che i numeri finiranno per coincidere. Un rimbalzo del Pil nel secondo trimestre sarebbe interpretato come una virata dei dati reali verso le previsioni. L’appetito per il rischio in quel caso troverebbe una nuova fonte di ispirazione sui mercati.

Dal punto di vista di un economista, dice Morgan Stanley, ci si può aspettare una crescita del 2% dell’economia, “ma l’impatto del rimbalzo del secondo trimestre sarà relativamente limitato” e condizionato a pochi elementi, con un miglioramento dei consumi che sarà il fattore principale dietro alla crescita del periodo aprile-giugno. “Aiuteranno anche un profilo dell’offerta e un’attività commerciale leggermente migliori”.

Di conseguenza “se gli elementi catalizzatori della ripresa del secondo trimestre rimangono circoscritti a pochi settori specifici” e non sono invece generalizzati, “non ci attendiamo necessariamente una sorpresa positiva degli indici” in futuro. Come sottolineato già in precedenza, il problema per chi è ottimista e vede una buona performance di economia e mercati, è che storicamente le ultime cinque volte che un gap tra la realtà percepita e la realtà vera e propria dell’economia era così alto, l’indice S&P 500 ha vissuto un periodo difficile dopo, con cali dell’ordine del 6-19%:

  • Luglio 2007 -12%
  • Giugno 2009 -9%
  • Aprile 2010 -17%
  • Marzo 2011 -19%
  • Novembre 2014 -6%