Economia

Usa: i primi sette giorni da presidente di Trump

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

WASHINGTON (WSI) – Sono passati esattamente sette giorni dall’insediamento ufficiale del presidente degli Stati Uniti d’America, il repubblicano Donald Trump, alla Casa Bianca e la nuova amministrazione guidata dal tycoon si è messa all’opera per mantenere le promesse fatte agli elettori durante la campagna residenziale.

Nello studio Ovale la squadra di Trump ha appeso un ritratto del presidente Andrew Jackson, un antesignano di Trump che così ha voluto effettuare una sorta di richiamo ai sentimenti populisti della nuova amministrazione. Dal ritiro dell’America dal TPP all’annuncio del Muro ai confini con il Messico, al ripristino della pratica del waterboarding per gli interrogati, sono solo alcune delle mosse attuate da Trump nei suoi primi sette giorni da inquilino della Casa Bianca. Ecco l’elenco completo dei fatti e misfatti del presidente.

Cosa ha fatto Trump nei primi 7 giorni

La prima misura presa da Trump riguarda l’Obamacare, la riforma sanitaria voluta dal suo predecessore Barack Obama il cui smantellamento per la nuova amministrazione è una priorità assoluta. Trump ha firmato un ordine esecutivo che lascia ampia discrezionalità per cambiare, ritardare o sospendere aspetti della legge considerati onerosi per assicuratori, industrie farmaceutiche, medici, pazienti o Stati.

Dopo la sanità è la volta del capitolo molto scottante durante la campagna elettorale dell’immigrazione. Trump ha firmato due ordini esecutivi che riguardano uno la realizzazione del muro al confine con Il Messico e l’altro il taglio dei fondi federali per le cosiddette sanctuary cities, quelle città americane che rifiutano di adempiere alle leggi federali in tema di immigrazione.

Sempre in tema di immigrazione, negli ultimi giorni Trump ha firmato un ordine esecutivo che bloccherà i visti di ingresso per i cittadini islamici proventi da sei nazioni considerate a rischio terrorismo.

In questo contesto si inserisce anche l’affermazione di Trump sul waterboarding, la pratica che prevede che un interrogato venga messo con la testa sott’acqua per parlare, pratica che Obama indicò come tortura e che vietò. La nuova amministrazione ha emesso nella sua prima settimana di lavoro due memorandum per ridurre i regolamenti e  far ritirare norme considerate gravose sulle piccole imprese. Uno dei memorandum riguarda tutti i dipartimenti di stato e le agenzie che dovranno congelare e sospendere le nuove normative, una mossa standard considerando il tempo di transizione necessario tra due amministrazioni.

In seguito Trump ha emesso un ordine esecutivo con lo scopo di semplificare e accelerare tutti quei progetti infrastrutturali considerati prioritari per lo sviluppo del paese, come l’aggiornamento della rete elettrica e la creazione di ponti e autostrade.

Aborto: taglio ai fondi per le ONG che aiutano le donne

Molto discusso è l’ordine esecutivo firmato dal neo presidente che ripristina la cosiddetta Mexico City Policy, voluta dall’ex presidente Ronald Reagan nel 1984, una legge che taglia i fondi per le Ong, che forniscono consulenza e aiuto per le pratiche dell’aborto. La legge è stata di volta in volta abolita da tutti i presidenti democratici succedutesi nel corso della storia americana e ripristinata da quelli repubblicani. L’ultimo in ordine temporale sarà proprio Trump.

Nei lavori serrati della nuova amministrazione si inserisce una polemica, mai spenta, riguarda i presunti brogli elettorali e dinanzi alle continue domande dei media, il presidente Trump da Twitter ha reso noto di voler avviare un’indagine per frode elettorale.

Altra mossa è stato il ritiro dal TPP, tanto promesso in campagna elettorale anche se è stata più che altro una mossa simbolica visto che l’accordo commerciale non era stato ancora firmato dagli Stati Uniti. Al contempo Trump ha avuto modo di annunciare che avrebbe rinegoziato i termini del North American Free Trade Agreemtne, un’altra promessa elettorale anche se come ha reso noto il suo ufficio stampa i negoziati devono ancora iniziare. E’ da segnalare anche la firma dell’ordine esecutivo per il via libera all’oleodotto Dakota Access, che attraversa le terre sacre dei Sioux, e il Keysonte Xl, che trasporterà trasportare 800 mila barili di petrolio al giorno dal Canada alle raffinerie di Texas e Louisiana.

Infine per i costi federali, Donald Trump ha sospeso le assunzioni di nuove personale da parte delle agenzie federali, tranne per quelle coinvolte in questioni di sicurezza nazionale.