Società

Un pensionato su sei con meno di 500 euro al mese

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Roma – Il 46,5% dei pensionati (sono ben 71 ogni 100 lavoratori) riceve meno di mille euro al mese, con un 14,7% (uno ogni sei abitanti e mezzo) che riceve un trattamento inferiore a i 500 euro. E’ quanto emerge dalle rilevazioni annuali sulle pensioni, relative al 2009, condotte dall’Istat e dall’Inps.

Il gruppo piu’ numeroso di pensionati (5,3 milioni di individui, il 31,8% del totale) riceve una o piu’ prestazioni per un importo medio totale mensile compreso tra 500 e 1.000 euro – rileva l’Istat – mentre il secondo gruppo per numerosita’ (3,9 milioni di pensionati, pari al 23,5% del totale) ottiene pensioni comprese tra 1.000 e 1.500 euro mensili. Un ulteriore 14,7% di beneficiari percepisce meno di 500 euro mensili e il restante 29,9% riceve pensioni di importo mensile superiore a 1.500 euro (16,1% nel caso delle pensioni).

Le distribuzioni per maschi e femmine mostrano differenze consistenti: gli uomini presentano quote piu’ elevate nelle classi di importo mensile piu’ alto; le donne in quelle di importo piu’ basso.

Dall’analisi disaggregata per tipologia di pensione percepita si osserva che i pensionati di vecchiaia e di invalidita’ sono maggiormente presenti nelle classi di importo mensile compreso tra 500 e 1.000 euro. Nella maggior parte dei casi i titolari di pensioni ai superstiti e quelli di pensioni di invalidita’ civile ricevono redditi pensionistici con importi mensili compresi tra 1.000 e 1500 euro.

I titolari di pensioni sociali ed i percettori di pensioni indennitarie hanno prevalentemente redditi pensionistici con importi mensili che non superano i 500 euro, mentre i beneficiari di pensioni di guerra sono significativamente piu’ concentrati, rispetto al complesso dei pensionati, nelle fasce di reddito piu’ elevato.

Il 39,1% dei trattamenti pensionistici ha un importo mensile inferiore ai 500 euro – prosegue l’Istat – il 31,4% delle pensioni ha importi mensili compresi tra 500 e mille euro; un ulteriore 13,4% presenta importi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 16,1% del totale ha importi mensili superiori a 1.500 euro.

Nel 2009 la spesa per le prestazioni pensionistiche e’ cresciuta del 5,1% rispetto all’anno precedente, salendo a 253.480 milioni di euro dai 241.165 milioni del 2008. E’ quanto emerge dalle rilevazioni annuali sui trattamenti pensionistici e sui loro beneficiari condotte dall’Istat e dall’Inps. L’incidenza delle pensioni sul Pil e’ invece salita dal 15,38% del 2008 al 16,68%, con un rialzo dell’1,3%.

Nel 2009 – si legge nel rapporto – sono state erogate 23,8 milioni di prestazioni pensionistiche, per un importo medio annuo di 10.634 euro. Il tasso di pensionamento (dato dal rapporto tra il numero delle pensioni e la popolazione residente) e’ pari a 39,50 (39,65 nel 2008) e l’indice del beneficio relativo (rapporto tra l’importo medio delle pensioni e il Pil per abitante) aumenta dal 38,79% nel 2008 al 42,22% nel 2009. La crescita della spesa – sottolinea l’Istat – e’ fondamentalmente imputabile all’evoluzione dell’importo medio delle prestazioni erogate, che e’ aumentato del 5,0%, a fronte di un numero dei trattamenti pensionistici in pagamento rimasto pressoche’ invariato rispetto all’anno precedente (+0,1%).

Il maggiore incremento della spesa complessiva annua si registra per le pensioni sociali (+6,4%); per quanto riguarda la spesa per pensioni di vecchiaia l’incremento e’ pari al 5,6%, mentre quelli per le pensioni ai superstiti e di invalidita’ civile si attestano rispettivamente al 5,3% ed al 4,8%. Piu’ contenuto appare l’aumento della spesa per le prestazioni indennitarie (+1,2%) e per le pensioni di guerra (+0,6%), per le quali la variazione positiva degli importi medi e’ stata significativamente compensata dalla riduzione del numero delle prestazioni. Risulta in diminuzione, invece, la spesa per pensioni di invalidita’ e assegni ordinari di invalidita’ (-0,8%). In questo caso la riduzione del numero delle prestazioni ha piu’ che controbilanciato la variazione positiva degli importi medi.

L’incidenza della spesa pensionistica sul Pil – prosegue l’Istat – aumenta per quasi la totalita’ delle tipologie: per le pensioni di vecchiaia dal 10,77% del 2008 all’11,74% del 2009, per le pensioni di invalidita’ dallo 0,78% allo 0,80%, per le pensioni ai superstiti dal 2,3% al 2,5%, per le pensioni di invalidita’ civile dallo 0,91% allo 0,98%; dallo 0,24% allo 0,26% per le pensioni sociali e, infine, dallo 0,28% allo 0,29% per quelle indennitarie Per le pensioni di guerra, invece, l’indicatore non manifesta variazioni rispetto all’anno precedente.

Se si rapporta il numero dei pensionati alla popolazione occupata, nel 2009 si rilevano in Italia 71 pensionati ogni 100 occupati. Il carico relativo – spiega l’Istat – e’ maggiore nel Mezzogiorno, dove il rapporto e’ di 81 pensionati ogni 100 occupati, mentre presenta il valore piu’ contenuto nelle regioni settentrionali, dove il rapporto di dipendenza e’ di 66 a 100.

A livello nazionale, tra il 2001 e il 2006 il rapporto di dipendenza e’ diminuito, passando da 74 a 70 pensionati ogni 100 occupati, mantenendosi costante nei successivi due anni e aumentando lievemente nel 2009.