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Un indovino (sui social) mi disse…

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Non ci vuole un indovino per capire che l’investimento su siti che promettono facili guadagni rischia di finire in un clic.

di Massimo Esposti

Tiziano Terzani – l’indimenticabile Tiziano Terzani – scrisse, tra gli altri, un fantastico libro intitolato “Un indovino mi disse”. L’autore, che lavorava per il settimanale tedesco Der Spiegel a Hong Kong, incontrò nel lontano 1993 un indovino che, appunto, gli disse di non prendere aerei perché sarebbe morto in un incidente. Anni dopo (qui trovate in dettaglio tutta la storia) dovendo rientrare in Europa ricordò la profezia e decise di intraprendere il viaggio via terra e mare.
Ne uscì un racconto meraviglioso, che vi invito a leggere se non lo avete fatto.

Era troppo superstizioso? Mia opinione personalissima: forse, ma soprattutto mi affascina pensare che trasformò quella profezia in sfida con se stesso, raccontando da giornalista, minuto per minuto, un anno intero della propria vita.
Però oggi, parlando di soldi, ci sono indovini in grado di scatenare una reazione di quel tipo? Beh, prima di tutto niente misteri o esoterismi perché bastano il web e i social.

Migliaia di siti, raccomandati da migliaia di “amici”, invitano a investire denaro prevedendo “sicuri rendimenti” grazie ad “accurate valutazioni dei propri analisti” e migliaia di risparmiatori ci credono così migliaia di gruzzoli spariscono in un paio di clic.
Ma come, non esistono severissime Authority di controllo a difesa del risparmio (in Italia la Consob, mercati, e l’Ivass, assicurazioni) in grado di intervenire e bloccare le attività online fraudolente?
Certo, il problema è che gli interventi avvengono dopo che il danno è stato compiuto e, spesso, solo in seguito a segnalazioni delle malcapitate vittime.

Allora qualche spunto
Oggi sarebbe assolutamente necessario garantire i consumatori con un vero bollino di qualità per i siti che “trattano denaro”, chiedendone una registrazione che rispetti i parametri di trasparenza, con società e persone di riferimento vere e con le carte in regola.
Inoltre queste attività online andrebbero sottoposte a monitoraggio continuo (inteso giornaliero) offrendo ai cittadini elenchi sempre aggiornati.
Infine ogni sito dovrebbe ospitare un banner blindato, e anch’esso supermonitorato, che rinvii ai siti delle Authority in modo che il risparmiatore possa, una volta interessato a operare, controllare che sia tutto in regola.

Un lavoraccio sicuramente, ma quel che sta accadendo con truffe a raffica deve far molto riflettere.
Mica ci sono più gli indovini di una volta.