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“Ue potrebbe non sopravvivere a Brexit”. Sale rischio “no deal”

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Il caos Brexit resta sotto la lente di analisti ed economisti, che provano a delineare le conseguenze dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Mentre Goldman Sachs ha comunicato di intravedere un aumento del rischio dell’ipotesi di no deal, l’ex capo economista di Morgan Stanley Asia, Stephen Roach allunga un’ombra sulla capacità dell’Ue di affrontare nuove sfide, sollevando dubbi sulla sua stessa sopravvivenza come blocco politico ed economico.

“Bisogna interrogarsi sul futuro della stessa Unione europea … questa è un’unione imperfetta e sua sopravvivenza penso sia una domanda seria”, ha detto Stephen Roach, economista presso l’Università di Yale, in un’intervista alla CNBC.

I ministri dell’esecutivo May concordano con l’analisi di Goldman Sachs. Sono sempre più convinti che il pericolo di no deal sia ora reale, con le fonti vicine a Downing Street che parlano al Guardian di uno stato d’animo diffuso di sconforto e di un governo “gestito da lunatici”.

UE non avrebbe la capacità di reggere a una nuova crisi

Roach ricorda che, nell’ultimo decennio, prima della Brexit,  l’UE ha dovuto affrontare molteplici sfide, tra cui la gcrisi del debito sovrano della Grecia e una situazione di stallo con i leader italiani sulla legge di bilancio. E con il Regno Unito – una delle maggiori economie europee – che prevede di lasciare il blocco, resta da vedere se l’UE ha la capacità di resistere a una maggiore pressione proveniente dagli stati membri.

Il tutto mentre la regione continua a vacillare per gli shock della crisi finanziaria globale, ha concluso Roach. Dopo la proroga offerta ieri dall’Ue a Theresa May, Goldman Sachs ha abbassato le sue aspettative sull’accordo di Brexit del primo ministro britannico May e sulla sua valutazione delle possibilità di un “no-deal”.

“Positicipando il Brexit day di almeno quindici di giorni, il Regno Unito e l’UE hanno mantenuto tutte le opzioni in gioco”, hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs in una nota, comunicando di aver  ridotto al 50% (dal 60%) le probabilità che l’accordo di May venga ratificato. E di aver aumentato le possibilità di una Brexit “no deal” al 15 dal 5%. La stima della banca sulla probabilità che Brexit non si verifichi rimane invariata al 35%.