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TUTTI PAZZI PER LA TELEFONIA CELLULARE

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La nuova tornata di ottimismo sui mercati ha premiato i titoli con il coefficiente beta (l’indicatore che misura la reattivita’ del prezzo del titolo rispetto al benchmark di riferimento, in genere l’S&P 500) piu’ alto. Tra questi, hanno ricevuto le attenzioni maggiori da parte dei fund manager le societa’ di telefonia cellulare.

Negli Stati Uniti si sono registrati in alcuni casi recuperi spettacolari. Nextel (NXTL – Nasdaq), Sprint PCS (PCS – Nyse) e AT&T Wireless (AWE – Nyse) hanno realizzato guadagni superiori al 150%, contro i minimi dell’anno fatti segnare tra la fine di giugno e la meta’ di ottobre.

In particolare, AT&T Wireless e’ diventato il titolo preferito dei gestori di large-cap fund. Secondo dati della societa’ di analisi Morningstar, al 30 settembre il 22% dei 334 fondi di questa categoria deteneva il titolo in portafoglio, contro il 4,4% di Nextel e il 3,6% di Sprint PCS.

A rendere particolarmente positivi gli analisti e’ la posizione finanziaria di AWE. Grazie ad un rapporto tra cash e debiti del 34%, la societa’ e’ posizionata meglio dei concorrenti per approfittare dell’attesa fase di consolidamento del settore. La notizia di un rimborso fiscale di $1 miliardo ha letteralmente messo le ali alle quotazioni, con un guadagno del 30% nelle ultime due settimane.

Minore l’ottimismo su Sprint PCS, recentemente abbandonato dal fondo Janus, uno dei piu’ aggressivi sul mercato. Il titolo ha comunque guadagnato oltre il 120% dai minimi di settembre e la sua strategia di taglio dei costi e’ apprezzata da molti investitori.

Eppure, nella maggioranza dei casi i recenti guadagni scontano prospettive decisamente ottimistiche. Se davvero il prossimo market mover sara’ il consolidamento dei fornitori di servizi, c’e’ da chiedersi come mai un titolo come Nextel, che utilizza una tecnologia incompatibile con tutti i potenziali acquirenti, e’ passato da un minimo di $2,5 fatto segnare il 26 giugno al massimo di $14,67 del 21 novembre.

In Europa, dove il problema della compatibilita’ tecnologica e’ meno pressante dal momento che si utilizza uno standard comune, nonostante i problemi finanziari di consolidamento del settore non si puo’ ancora parlare. Eppure, gli esborsi per le licenze di terza generazione e la nuova tornata di investimenti necessari a sfruttarle avrebbero dovuto spingere gli operatori a strategie di cooperazione ben piu’ aggressive.

Anche nel Vecchio Continente si e’ assistito a una ripresa dei titoli delle societa’ di servizi di telefonia cellulare. Solo per fare un esempio, la nostra Tim, che comunque e’ considerata una delle aziende piu’ solide del settore, e’ passata da un minimo di 3,72 euro fatto registrare il 26 giugno ai 5,35 euro del 21 novembre. Anche in questo caso, a mettere a segno i migliori recuperi sono state le societa’ dal futuro piu’ incerto. Orange, ad esempio, che ha iniziato a riprendersi con ben tre mesi di ritardo rispetto a Tim, ha guadagnato oltre il 74%, contro il +43,8% dell’operatore italiano.

Hanno beneficiato della nuova ventata di ottimismo anche i fornitori di tecnologia. La finlandese Nokia (NOK – Nyse) ha quasi raddoppiato il suo valore sul mercato americano, passando dai $10,51 della fine di luglio agli oltre $19 di oggi. Le stesse Alcatel ed Ericsson, che pure sono fortemente indebitate e hanno visto il proprio rating sul debito tagliato a “junk”, oggi vengono indicate come buone opportunita’.

In conclusione, a fronte di condizioni al contorno che non sono cambiate radicalmente negli ultimi mesi, analisti e investitori sono passati da un eccesso all’altro. Prezzi che scontavano scenari tragici hanno lasciato il posto ad un ottimismo estremo in parte ingiustificato. Nel mezzo troviamo le quotazioni di strumenti finanziari in mano ad un mercato la cui direzione e’ data piu’ dal clima di ottimismo generale che dalle prospettive dell’economia reale.