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TUTTE LE BUGIE
DI IFIL-EXOR

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(WSI) – Una «rappresentazione falsa della situazione», quella contenuta nel comunicato con cui, il 24 agosto, Ifil affermava di non «aver intrapreso né studiato alcuna iniziativa in relazione alla scadenza del convertendo» Fiat. E tante bugie accessorie, dette o scritte dai grandi protagonisti della vicenda – Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Virgilio Marrone per le finanziarie del gruppo Agnelli, Andrea Gandini, avvocato dello studio Grande Stevens, Maurizio Tamagnini, Enrico Chiapparoli, Mike Hammond e Glen Fairbairn per la banca d´affari Merrill Lynch – per occultare quella che, secondo la Consob, è l´unica verità possibile: la complessa operazione finanziaria che ha consentito agli Agnelli di tornare sopra la soglia di sicurezza del 30% nel capitale della Fiat nel giorno del convertendo è stata architettata dalla Famiglia e con molti mesi d´anticipo.

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Perlomeno dal 15 luglio, come testimoniano i documenti raccolti dagli ispettori di Lamberto Cardia. Probabilmente da aprile, quando fu stipulato il primo contratto di equity swap tra Exor e Merrill Lynch. O addirittura da febbraio, quando di quell´equity swap si cominciò informalmente a parlare, tra i vertici delle finanziarie Agnelli e i banchieri Merrill Lynch.

La prova “regina” inviata dalla Consob nella sua relazione alle Procure di Milano e Torino – che la Repubblica ha potuto consultare nella sua versione integrale – sta in un documento segreto datato 15 luglio e redatto su carta intestata della Merrill Lynch. Un documento intitolato “Presentation to Distacom: Total return Swap – Unwind Mechanics”, venuto alla luce solo perché allegato a una lettera inviata dalla Merrill Lynch alla Fsa (l´Authority di Borsa inglese) e da questa trasmessa alla Consob. Cosa c´entra la Distacom, società di cui Exor controlla una partecipazione del 7% circa? Nulla, spiega la Consob. Distacom, nel documento, è il nome in codice di Exor. E le “Venice Shares” sono le azioni ordinarie Fiat oggetto del contratto di equity swap.

Il documento, che per gli uomini di Cardia è probabilmente «la versione successiva di un documento già precedentemente esaminato con la controparte Gruppo Agnelli», viene presentato dai banchieri della Merrill Lynch nel corso di un incontro con Virgilio Marrone e l´avvocato Gandini, rappresentante di Grande Stevens.
Nella “Presentation to Distacom” sono già contenuti tutti i dettagli dell´operazione nella sua versione finale, quella che sarà resa nota al pubblico a metà settembre. Dunque, scrive la Consob, «esisteva, almeno a far data dal 15 luglio 2005, un progetto del gruppo Agnelli… finalizzato a conseguire il risultato di mantenere al 30% la partecipazione di Ifil in Fiat. Tale progetto prevedeva l´Early Termination (risoluzione anticipata, ndr) con Physical Settlement (consegna fisica delle azioni, ndr) dell´equity swap stipulato tra Merrill Lynch ed Exor il 26 aprile 2005».

Quindi, conclude la Commissione, il comunicato del 24 agosto in cui Ifil nega le manovre sulle azioni Fiat è «falso». E configura la violazione prevista dall´articolo 185 comma 1 del decreto legislativo 58/1998, quella che riguarda l´aggiotaggio informativo. Ma non è tutto. Perché secondo le 52 pagine di ricostruzione della Consob, la “grande bugia” è condita con una serie di bugie accessorie. Qualche esempio. Franzo Grande Stevens dichiara alla Consob di aver inviato a Merrill Lynch la bozza di contratto del 29 luglio (la prima in cui, secondo i vertici Ifil, si ipotizzano le modifiche al contratto originariamente siglato tra Exor e la banca d´affari).

Non è vero, secondo la Consob, perché la carta è in realtà la traduzione in inglese di una bozza pre-esistente redatta in italiano, come si evince dalla cover del fax inviato da Andrea Gandini a Chiapparoli. Né è vero, come dichiarato da Grande Stevens nel corso della sua audizione, che «ad agosto avevo intrapreso lo studio dell´operazione sull´equity swap, ma era uno studio personale…», giacché della scadenza anticipata e della consegna fisica dei titoli avevano già parlato Marrone e i banchieri d´affari nel corso dell´incontro del 15 luglio.

E numerose sono le bugie che, sempre secondo Cardia, avrebbero raccontato i dirigenti della Merrill Lynch (in particolare Chiapparoli e Fairbairn) che accreditano la tesi secondo cui sarebbe stata la banca d´affari a proporre alle finanziarie degli Agnelli l´operazione speculativa sulle azioni Fiat, mentre secondo la Consob «è presumibile che sia stato il gruppo Agnelli a chiedere la consulenza di Merrill Lynch per realizzare un´operazione che consentisse un futuro acquisto di azioni Fiat».

Ancora: l´equity swap, dice Cardia, «non sembra rispondere a una logica puramente speculativa (come dichiarato dai dirigenti di Exor, ndr) sul titolo Fiat. Se così fosse stato, Merrill avrebbe potuto proporlo a diverse controparti qualificate… Risulta invece che sia stato proposto unicamente al gruppo Agnelli». Ed «Exor Group non aveva mai stipulato contratti analoghi o simili». E «sebbene le parti abbiano dichiarato che le decisioni in merito alla quantità di titoli sottostanti all´equity swap… sarebbero state adottate soltanto nel corso di una riunione tenutasi il 25 aprile, elementi documentali evidenziano che… erano già stati decisi almeno dal 21 aprile». Il che «fa presumere che il contratto… costituisse il riscontro da parte di Merrill Lynch a una richiesta del gruppo Agnelli». Guarda caso, «le 90 milioni di azioni Fiat sottostanti… rappresentavano un numero di azioni ragionevolmente sufficiente a far sì che, nel caso in cui Ifil ne fosse entrata in possesso, la sua partecipazione in Fiat non subisse il decremento dovuto alla diluizione del convertendo».

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