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Turchia: mercato benedice il voto, scenario ideale per investire

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Ankara – L’esito delle elezioni parlamentari turche e’ stato accolto positivamente dai mercati, con la Borsa di Istanbul che ha aperto in rialzo, con la lira apprezzata dello 0,4 per cento (1,5698 sul dollaro) e i titoli obbligazionari scesi all’8,81 per cento. Secondo gli analisti, infatti, la netta vittoria del premier Recepp Tayyp Erdogan, ma senza quel plebiscito che gli avrebbe consentito di modificare a colpi di maggioranza la Costituzione, rappresenta lo scenario ideale per gli investitori, che temevano l’esacerbarsi dello scontro politico in caso di un trionfo dell’Akp.

“Il risultato delle elezioni, che vedono l’Akp di nuovo al potere ma con la necessita’ di cooperare con l’opposizione, e’ il migiliore per il mercato”, ha commentato Ari Metso, direttore del Taaleritehdas Asset Management di Helsinki, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg. Il Partito per la giustizia e lo sviluppo di Erdogan ha ottenuto il 49,9 per cento dei voti. Pur avendo aumentato in termini assoluti il proprio consenso (nel 2007 si era fermato al 46,6), ha perso terreno in termini di seggi, conquistandone solo 325 seggi su un Parlamento di 550 (nel 2007 ne aveva 341).

Una maggioranza che costringera’ gli islamici moderati a scendere a compromessi con le opposizioni in caso di modifica della Costituzione. I kemalisti del Chp hanno ottenuto il 25,9 per cento (135 seggi) mentre i nazionalisti del Mhp hanno raggiunto quota 13,1 (54 seggi). Da segnalare il piccolo exploit del blocco curdo (i cui candidati correvano come indipendenti), che ha strappato un 6,4 per cento, riuscendo a far entrare in Parlamento 35 propri esponenti.

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Il partito islamico moderato Akp (Giustizia e Sviluppo) del premier Recep Tayyip Erdogan, forte le ottime perfomance economiche del Paese, ha vinto le elezioni per la terza volta consecutiva con il 50,02% (+3,44% rispetto al 2007). Si appresta cosi’ a formare un nuovo solido governo monocolore ma si ferma a quota 326 seggi su 550, 15 in meno rispetto al 2007.

Soprattutto fallisce l’obiettivo piu’ ambizioso: non riesce a conquistare la maggioranza necessaria per riformare la costituzione. Ne’ quella dei due terzi (367 seggi) per’ riuscire a far entrare immediatamente in vigore le modifiche, ne’ quella di 330 seggi, che avrebbe richiesto un referendum popolare di conferma. Cio’ costringera’ Erdogan a maggiori aperture all’opposizione o ad aspettare altri 4 anni e ritentare il colpo nel 2015.

Al secondo posto si coloca il partito Chp, l’opposizione repubblicana laica kemalista (custode della laicita’ dello Stato del fondatore della moderna Turchia Mustafa Kemal Ataturk) che ha ottenuto il 25,91% (+5,03%) con 135 seggi. Terzi i nazionalisti di estrema destra dell’Mhp con il 13,03% (-1,24%) pari a 54 seggi. Forte l’affermazioni dei candidati indipendenti (Bgmz) che hanno conquistato 35 seggi e impedito che il voto si trasformasse in un plebiscito per Erdogan. Restano fuori tutte le altre formazioni che non hanno superato lo sbarramento ghigliottina del 10%.

l primo ministro turco, che si e’ aggiudicato la terza vittoria consecutiva senza la forza necessaria per cambiare da solo la costituzione, interpreta il voto con la necessita’ di effettuare le modifiche necessarie ricercando il consenso delle altre forze politiche. Questo per Erdogan il messaggio che il popolo turco ha voluto dare all’Akp consegnandoli la vittoria ma senza i numeri necessari per cambiare la Carta da soli.

Con questo voto “il popolo ci ha detto di realizzare una nuova costituzione attraverso kla ricerca del consenso e il negoziato. Pertanto ne parleremo con i partiti dell’opposizione”, ha detto Erdogan dal balcone della quirtier generale dell’Akp ad Ankara.

Intanto e’ stata diffusa la notizia dell’esplosione di una bomba nel sud-est della Turchia, domenica notte, che ha causato il ferimento di 11 persone. La deflagrazione e’ avvenuta mentre si tenevano i festeggiamenti per la vittoria dei candidati curdi nelle elezioni parlamentari.

L’esplosione e’ avvenuta alle 23 ora locale, nella provincia di Sirnak, vicino al confine con l’Iraq. Il voto ha premiato il partito islamico moderato Akp (Giustizia e Sviluppo) del primo ministro turco Recep Taiyyip Erdogan, che si e’ aggiudicato la terza vittoria consecutiva, ma senza la forza necessaria per cambiare da solo la costituzione.