ATENE (WSI) – All’uno chiede di aprire il solo canale di finanziamenti al sistema bancario greco possibile, all’altro spera di ottenere aiuti preziosi.
Il premier della Grecia Alexis Tsipras ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Bce Mario Draghi e con il leader russo Vladimir Putin, all’indomani del voto contrario a larga maggioranza al referendum sul piano di aiuti proposto dall’Ue.
Questo mentre in attesa di una ipotetica partenza di negoziati per un nuovo programma di aiuti, la Bce rappresenta praticamente l’unico canale per l’approvvigionamento di liquidità per il sistema ellenico. Soprattutto la Bce dovrà decidere il da farsi sul meccanismo di finanziamento di emergenza Ela che lascia disponibile per le banche greche.
Il premier greco ha anche parlato al telefono con Putin. Il presidente russo e il leader greco hanno parlato certamente di affari in campo energetico vista la presenza del ministro dell’Energia, Panagiotis Lafazanis, che ha rapporti molto stretti con Mosca ed è uno dei membri dell’ala radicale di Syriza.
il presidente russo, che non si è mai spinto sino a proposte concrete (anche perchè le casse statali non glielo permetterebbero) non intende rinunciare al suo ruolo di convitato di pietra nella crisi. Anzi rilancia, ora che l’esito del referendum mette l’Europa ancora più in difficoltà rispetto al da farsi per arrivare a una soluzione.
Pare che sia stato il capo del Cremlino a chiedere espressamente un colloquio telefonico con Tsipras: i due si sono parlati durante una pausa delle consultazioni a livello tecnico in videoconferenza dell’eurogruppo, a cui evidentemente il premier greco vuole assistere.
Putin ha espresso il proprio “sostegno al popolo greco per le difficoltà che il paese deve superare” e ha discusso con Tsipras “diverse questioni legate allo sviluppo della cooperazione russo-greca”. Tradotto: probabilmente niente di nuovo rispetto ai già concordati progetti sul gas. Poco prima, il portavoce del Cremlino aveva dichiarato di sperare che la Grecia troverà “il prima possibile il compromesso necessario con i creditori e che prenda le decisioni che contribuiranno nel miglior modo possibile alla stabilità economica e sociale del Paese”. Dmitri Peskov ha poi precisato che Mosca “naturalmente rispetta la volontà espressa con il plebiscito” per il “no” al voto di ieri e ha ribadito i legami “molto stretti” tra Mosca e Atene.
Tra le due capitali, oltre a importanti interessi economici e diffusi investimenti fatti dai russi negli anni passati in Grecia, c’è la tradizionale sintonia tra “ortodossi”, che ha permesso a Putin e Tsipras nei mesi scorsi di giocare sul possibile asse, senza mai concretizzare. Per il capo del governo greco meglio non oltrepassare la linea rossa con i negoziati sul versante occidentale in corso e per il Cremlino meglio non fare promesse in tempi di crisi aggravata dalle sanzioni occidentali e dal ritorno sul mercato del petrolio dell’Iran.
Peraltro la Grecia, dopo essersi dissociata sulle misure contro la Russia, alla fine le ha votate e Putin non ha fatto una piega. Anzi, ha promosso un accordo (preliminare) per il transito su territorio greco del futuro gasdotto South Stream, prospettando un prestito per la realizzazione della tratta greca e la rinuncia di Gazprom alla proprietà, cosa d’altronde necessaria se non vuole il progetto bloccato in anticipo dall’Ue.
(DaC)