Società

Troppo testosterone fa male agli affari

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Gli alti livelli di testosterone che scorrono nelle vene dei giovani Ceo possono vanificare gli sforzi compiuti dalle aziende per portare a termine un affare di fusione o acquisizione. E’ il risultato di una ricerca intitolata “Deal or No Deal: Hormones and the Mergers and Acquisitions Game”.

La stramba conclusione a cui arriva lo studio e’ che “gli amministratori delegati con maggiori livelli di steroidi nel proprio sistema corporeo sono piu’ portati (+20% rispetto alla media) a dire di no o rovinare le operazioni di acquisizione e fusione”.

“C’e’ uno stretto legame tra i giovani CEO e il tasso di rinuncia agli affari di M&A”, spiega il professore Maurice Levi della Sauder School of Business alla University of British Columbia, la cui ricerca dimostra come esista un rapporto tra la giovinezza dei manager d’azienda e i livelli troppo alti di testosterone. “Per esempio, i giovani CEO, che hanno livelli alti della sostanza nelle vene, hanno la tendenza a rifiutar ele offerte quando e’ contro il loro stesso interesse”.

Quando le societa’ guidate da giovani “piu’ pompati” finiscono nel mirino di qualche rivale, c’e’ una possibilita’ del 2% in piu’ che gli AD facciano resistenza, spingendo gli interessati a lanciare un’offerta ostile, disinteressandosi di quale e’ la volonta’ della leadership dell’azienda.