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Tribunale apre al licenziamento comunicato via Whatsapp: idoneo

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Il Tribunale di Catania ha rigettato il ricorso di una lavoratrice licenziata tramite Whatsapp: secondo i giudici la pronuncia attesta che questa forma telematica di comunicazione è idonea a comunicare il licenziamento. Lo hanno reso noto gli avvocati dell’azienda: “La pronuncia dimostra come anche il diritto deve fare i conti con le nuove tecnologie e le nuove forme di comunicazione come WhatsApp e i social media che fanno ormai parte integrante della quotidianità di ognuno e che non possono non vedersi riconosciuti un valore anche giuridicamente rilevante”, ha commentato il legale Giovanni Lotà.

Secondo il Tribunale la comunicazione via Whatsapp “assolve l’onere della forma scritta” trattandosi di un “documento informatico”, e nel caso specifico, “appare idonea ad assolvere ai requisiti formali in esame – giacché – la volontà di licenziare è stata comunicata per iscritto alla lavoratrice in maniera inequivoca come del resto dimostra la reazione da subito manifesta dalla predetta parte”.

“L’utilizzo dei social network, come WhatsApp, per licenziare un dipendente rispecchia i tempi moderni, ma non è una novità. Nel 2016 il Tribunale di Genova ha affrontato il caso di un barista addetto alla preparazione di aperitivi che è stato licenziato dal datore di lavoro con un sms dal seguente contenuto: ‘non faccio più aperitivi, buona fortuna”, ha spiegato l’avvocato Fabrizio Daverio dello studio specializzato Daverio & Florio.

Tuttavia, “non tutti i Giudici sono d’accordo anche per i possibili dubbi sulla provenienza del messaggio. Probabilmente occorre distinguere fra piccole aziende, dove i social possono essere una piattaforma di dialogo lavorativo, e medie-grandi, dove ci sono sistemi informatici sofisticati e articolate policy di validità delle comunicazioni”.