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TRE BUONI MOTIVI PER ESSERE ANCORA TORO

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(WSI) – Gli indicatori che monitoriamo suggeriscono che il rialzo in atto dal doppio minimo di gennaio-marzo ha ancora le gambe per proseguire. Ci sono essere dei sobbalzi lungo il cammino, ma ogni ripiegamento è da vedersi come opportunità di acquisto. In particolare ci sono tre indicatori che confortano nell’essere bullish: l’ISE Sentiment Index, il CBOE Market Volatility Index (VIX), una serie di livelli tecnici.

Il 10 marzo commentavo il livello raggiunto dalla media a 10 giorni dell’ISEE Call/Put ratio: 117 punti, vale a dire 117 opzioni call comprate rispetto a 100 opzioni put; ad agosto, l’indicatore raggiunse il medesimo livello, prima di un rally del 10% dello S&P, e anche il 18 gennaio l’ISEE è sceso a 118 prima di un rimbalzo del mercato fino agli inizi di febbraio. Quando ho evidenziato questo indicatore, lo S&P valeva 1273 punti, il che vuol dire che la borsa è rimbalzata dell’11% in due mesi. Al momento, la media a 10 giorni si colloca a 166 punti e punta verso l’alto: l’attuale direzione è positiva per i rialzisti, con il sentiment negativo che continua a dissiparsi.

Inoltre, può essere una buona idea individuare i precedenti picchi per scorgere i livelli del mercato dove si è concentrata una eccessiva euforia: limitatamente ai quattro estremi più significativi dell’ultimo anno, i valori sono 149 (1° febbraio), 177 (11 dicembre), 223 (10 ottobre) e 231 (20 luglio).

Si può notare come i livelli del Call/Put ratio siano stati tendenzialmente decrescenti in prossimità di ogni picco del mercato; ma bisogna anche riconoscere che il quadro tecnico dello S&P era notevolmente più debole a dicembre e a febbraio: allora l’indice veniva da massimi decrescenti, e affrontava la media mobile a 80 settimane, mentre oggi si trova oltre questa soglia e sui livelli più alti degli ultimi tre mesi e mezzo. Inoltre, l’indice si colloca al di sopra della trendline che congiungeva i massimi discendenti dal picco di ottobre. Per cui in queste condizioni occorre un call/put ratio decisamente più elevato (forse oltre i 200 punti) per indurre a temere.

Per quanto invece concerne il CBOE Market Volatility Index, il 7 aprile ho affermato “Incoraggia anche il fatto che il CBOE Market Volatility Index (VIX) non solo ha chiuso sotto i 25 punti e la media a 80 giorni, ma è sceso anche sotto la media a 40 settimane. Dalla fine di aprile 2007, tutti i ribassi del VIX tranne uno sono stati contenuti da questa media mobile. L’unico caso di chiusura inferiore è stato a metà dicembre, quando il VIX chiuse a 18.47. Con la tendenza ascendente di lungo periodo in procinto di ribaltarsi, è una buona notizia per i Tori, in quando i rialzi del VIX tendono a coincidere con i ribassi del mercato”.

Il VIX continua a puntare verso il basso, il che è un dato favorevole per i Tori. Per il quinto venerdì consecutivo, ha chiuso sotto la media a 40 settimane. Va ricordato che questo sostegno ha contenuto i pullback della volatilità nel 2007. Trovo interessante che un panel di strategist si aspetti che la volatilità cresca significativamente nei prossimi mesi: questo sentiment può avere implicazioni bullish, tenuto conto anche dell’umore dei media ben espresso dalle copertine dei periodici degli ultimi mesi.

* Todd Salamone per Schaefferresearch.com

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