ROMA (WSI) – Scontro treni in Puglia, il bilancio delle vittime della tragedia che sta scuotendo l’Italia intera diventa più chiaro. I dati sono stati resi ufficiali nella conferenza stampa indetta da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, e dal professore di Medicina Legale, Franco Introna: 23 i morti, e 52 i feriti.
Tra i feriti ci sono 24 persone al momento ricoverate, di cui otto in prognosi riservata: tra di loro c’è anche Samuele, che compie proprio oggi 7 anni, e che è stato protetto dalla nonna, con cui si trovava al momento dell’incidente.
I nomi delle vittime
Francesco Giannella, procuratore aggiunto di Trani, ha reso noti i nomi delle 23 vittime identificate. Si tratta di: Abbasciano Pasquale di Andria, Acquaviva Giuseppe di Andria, Acquaviva Serafina di Andria, Aloisi Maria di Bari, Bianchino Alessandra di Trani, Bruni Rossella di Trani, Carnimeo Pasqua di Modugno, Castellano Enrico di Ostuni, Caterino Luciano di Ruvo di Puglia, Corsini Michele nato a Milano, De Nicolo Albino nato a Terlizzi, Di Costanzo Salvatore nato a Bergamo, Favale Giulia nata in Francia, Gaeta Nicola nato a Bari, Inchingolo Iolanda nata ad Andria, Merra Benedetta nata ad Andria, Peppe Donata nata a Cerignola, Pisani Maurizio nato a Pavia, Schinzari Fulvio nato a Galatina, Summo Antonio nato a Terlizzi, Tedone Francesco Ludovico nato a Terlizzi, Zingaro Gabriele nato ad Andria.
Giannella precisa:
“Tra le vittime ci sono tre morti del personale viaggiante che sono il signor Abbasciano Pasquale che era il macchinista del treno 1016 (ovvero il treno giallo che era partito da Corato); Caterino Luciano che era il macchinista del treno 1021 e De Nicolo Albino che era il capotreno del 1016. Poi tra i feriti c’è l’altro capotreno, Lorizzo Nicola, ricoverato al Policlinico di Bari”.
Al momento non c’è nessun indagato, stando alle stesse parole di Giannella, riguardo all’inchiesta sull’incidente ferroviario:
“Non ci sono indagati ancora”, ma in ogni caso “il treno che non doveva partire in linea di massima è quello da Andria. Ma la certezza la daranno solo i dati scientifici”.
Su Twitter la polemica sul binario unico
Giuseppe Caniglia @peppecaniglia
#treni #ferrovia #disastroferroviario #vergogna #italia #binario unico sensori #sicurezza #sud sempre indietro tutto fermo a 50 anni fa
Giovanni Romano @GioRomanoTgrRai
92% rete ferroviaria #Molise a #binario unico @TgrMolise @TgrRai @ilaesptgr
Giuseppe Bottero @beppebottero
Esistono linee #binario unico al sud e al nord: ma quella dell’incidente #Puglia finanziata da #EU da anni!
Lorenzo dell’Uva @delluva
Non si tratta di errore umano ma di una scelta precisa:quella di depredare senza mai costruire e lasciare un #binario unico #Puglia #fail
Caterina Ottomano @Kottomano
@Radio3tweet tra finale ligure e Ventimiglia la linea e’ a #binario unico, in attesa di raddoppio da decenni
Mentre il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio riferendo alla Camera sull’incidente afferma:
“Blocco telefonico è un rischio, binario unico non c’entra”, sottolineando che “la sicurezza non è garantita dalla presenza di due binari, anche i binari unici sono molto sicuri quando su di essi sono applicate tecnologie avanzate”.
M5S: “Non è stato un incidente”
Oltre ai molti commenti su Twitter, si mette in evidenza la denuncia che arriva direttamente dal blog di Beppe Grillo. Il titolo è più che indicativo: Non è stato un incidente. Firmato MoVimento 5 Stelle Parlamento, ecco il testo dell’articolo_
“Con la tecnologia e le risorse che ci sono oggi a disposizione è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente. Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perchè è stato deciso di non investire lì. Se anzichè spendere miliardi euro per bucare la Val di Susa per l’opera inutile della TAV si fossero usati quei soldi per sistemare questa e altre tratte a binario unico oggi non saremmo a piangere 27 morti. Nella legge di stabilità 2015 il governo di Renzi e Delrio, ministro dei trasporti, ha assegnato 4 miliardi e mezzo per il miglioramento della rete ferroviaria del centro nord e 60 milioni per quella del sud ovvero l’1,3% del totale stanziato. Troppe rocce? Per il binario unico dove i treni si sono scontrati era pronto un progetto di raddoppio dal 2007. Il problema non è la velocità, ma la sicurezza. Sulla tratta di Andria mancano i sistemi automatici che azzerano il rischio: non ci sono i sensori, presenti sulla stragrande maggioranza della rete ferroviaria italiana, che, a man a mano che il treno avanza, comunicano eventuali ostacoli e, nel caso, attivano automaticamente procedure di rallentamento o di stop. C’erano 180 milioni di fondi europei, scaduti nella prima tranche il 31 dicembre 2015, come denunciato in questo video realizzato dagli attivisti M5S di Andria alla fine dello scorso anno. Il Grande progetto di adeguamento ferroviario dell’area metropolitana del Nord barese includeva fra gli interventi anche il raddoppio di quel binario. Ma si è perso tempo con gli espropri, con le autorizzazioni, con l’impiego delle risorse. Il progetto non è mai partito, il binario è rimasto unico. Questo avrebbe ridotto una parte del rischio. Almeno altri tre anni sono andati persi nei percorsi della burocrazia: si arriva al 16 giugno scorso, quando la Ferrotramviaria ha comunicato una proroga (al 19 luglio 2016) per la scadenza della presentazione delle domande di partecipazione alla gara, inizialmente prevista per il 1 luglio. Il portavoce del MoVimento 5 Stelle di Andria alla Camera Giuseppe D’Ambrosio aveva presentato un’interrogazione sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione fin dal Giugno 2013, ben 3 anni fa. Ma prima Lupi, e poi Delrio non hanno mai risposto. Non è stato un incidente. Ai familiari delle vittime il nostro più profondo cordoglio”.