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Tornano gli avvoltoi a Wall Street. Ed e’ merito di Bernanke

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New York – Adesso che la Federal Reserve ha lanciato un nuovo round, il terzo, di acquisti di bond: 40 miliardi di dollari al mese di mortgage-backed security, i titoli legati ai mutui ipotecari, anche gli avvoltoi di Wall Street sono tornati alla carica.

Le banche hanno ripreso a macinare profitti sulla strategia del presidente della Banca centrale americana, Ben Bernanke. Anche se il tasso medio sui mutui a 30 anni ha raggiunto il 3,4% questa settimana, ossia un nuovo record negativo, per gli istituti d’America questo non cambia di una virgola le carte sul tavolo.

“Per le banche che concedono mutui questo [QE3] è una delle migliori notizie su cui poter contare in questo momento”, spiega Steven Abrahams, strategist di Deutsche Bank. “Continueranno infatti a erogare prestiti come se niente fosse cambiato e a venderli sul mercato a un premio significativo”. Anzi, c’è di più. Quegli interessi che gli istituti pagano sulle obbligazioni ipotecarie sono scesi dal 2,36% il 12 settembre, 24 ore prime dell’ufficializzazione del programma Fed, a 1,65% settimana scorsa.

E tutto ciò significa solo una cosa: i bangsters hanno ripreso a lucrare quando concedono nuovi mutui, accordandoli a tassi di circa il 3,4%, mentre sul mercato secondario la richiesta di prestiti è aumentata dell’1,6%. Si tratta di un dato superiore all’1,44% del periodo pre QE3 ed è significativamente superiore allo 0,5% che hanno guadagnato in media nel decennio tra il 2000 e il 2010.

“La politica monetaria non è una panacea, non può risolvere tutti i problemi”, ha ammesso Bernanke. Dal suo fortino, confermando che gli acquisti andranno avanti anche quando ci sarà una ripresa più forte, ha mandato un segnale inequivocabile agli speculatori. “E’ una ricetta discutibile”, sostengono gli economisti. Chi sta approfittando della situazione è già chiaro.