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Torna l’attacco speculativo all’Italia, Ftse Mib -2,48%

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Milano – Torna la speculazione contro l’Italia, in particolare contro il mercato dei titoli di stato italiani. L’acuirsi delle tensioni sui bond provoca contestualmente il peggioramento di Piazza Affari, che vede il Ftse Mib chiudere in calo del 2,48%. Sell pesanti sui bancari.

Sono gli stessi numeri che parlano di un ritorno della speculazione: forte ribasso per i bond a due anni che vedono i rendimenti in salita avvicinarsi addirittura alla soglia del 4%. In chiusura i rendimenti dei titoli a 10 anni incrementano i rialzi rispetto a venerdì e salgono al 5,632%, lo spread BTP/Bund continua a crescere fino a 287 dopo essere sceso la scorsa settimana sotto la soglia dei 250 punti; lo spread WSI/ITA (ovvero BTP/Treasury) aumenta fino a quota 265 e i cds, dopo essere calati lo scorso venerdì fino a 222 punti base, rimbalzano a 279 punti base.

MILANO LA PEGGIORE PIAZZA EUROPEA, BANCARI SOTTO TIRO . Decisamente meglio fanno gli altri indici europei, a eccezione di Madrid che segna un calo del 2%. Londra scende di appena lo 0,16%, Francoforte è addirittura positiva con un +0,33%, Parigi cede lo 0,61%. A Piazza Affari, sul Ftse Mib si mettono ancora sotto i riflettori i cali dei bancari, con Unicredit, Ubi Banca che perdono più del 7% e Intesa SanPaolo che arretra di quasi il 9%. Molto male tra gli altri titoli bancari anche Banco Popolare (-7,95%), Mps (-7,25%) e Banca Popolare di Milano (-7,84%). Da segnalare che i bancari soffrono, oltre che le tensioni sul mercato dei titoli di stato, anche il giudizio di una banca americana, che Wall Street Italia aveva anticipato gia’ venerdi’ scorso.

L’AMERICA SPAVENTA L’EUROPA CON IL RISCHIO DEFAULT . – La prevalenza del segno meno in Europa si spiega, così come nel caso precedente dei mercati asiatici, con il rischio sempre più concreto che gli Stati Uniti possano perdere la tripla AAA. D’altronde, un accordo sull’innalzamento del debito non è stato ancora raggiunto e i tempi stringono. Le forti preoccupazioni sono dimostrate anche dall’andamento dei mercati americani, dove comunque non si registra per ora nessun panic selling.

NUOVA STANGATA CONTRO LA GRECIAAltra cattiva notizia, la decisione di Moody’s di tagliare il rating della Grecia a un passo dal default, ovvero fino a “Ca”.

I COMMENTI DEGLI ANALISTI . Dopo aver guadagnato il 5,5% la scorsa settimana, il Ftse Mib inizia la nuova ottava in perdita. Intervistato da Class Cnbc, Marcello Benedetti, di Knight Capital, afferma che a far salire il Ftse Mib nelle scorse sessioni sono state “operazioni di short-covering” che comunque non hanno cambiato il quadro di fondo. Anzi, probabilmente il rally di Milano è stato anche eccessivo, visto che alla fine “nulla è cambiato”.

Fabio De Cillis, di IG Markets, ha affermato poi che, in generale, nel breve termine conviene guardare attentamente alle materie prime che fungono da beni rifugio, in particolare dunque ai metalli preziosi (da segnalare che l’oro ha registrato nuovi massimi, salendo fino a $1.618 l’oncia). “In un’ottica di breve termine l’oro ha ancora spazio per crescere in quanto gli investitori cercano rifugio nel metallo prezioso, in questa situazione preoccupante per gli Stati Uniti. Ma in un’ottica di lungo termine non consigliamo di posizionarsi sull’oro, in quanto alla fine il raggiungimento dell’accordo degli Stati Uniti genererà un tracollo delle sue quotazioni”.

REPORT UNICREDIT: PIAZZA AFFARI, EVENTI SOCIETARI

Azioni Italia

Edison (EUR0,882): ha chiuso il 1H11 con una perdita netta pari a EUR62 mln, contro l’utile di EUR142 mln realizzato nel 2010. Il Mol si è attestato a EUR491 mln, registrando un calo del 21,6%, rispetto ai EUR626 mln realizzati nel 2010. In crescita dell’11,3% i ricavi passati da EUR5,1 mld a EUR5,6 mld, mentre l’indebitamento netto risulta essere pari a
EUR3,86 mld.

Eni (EUR15,82): ha firmato un di un memorandum of understanding con il colosso energetico cinese Sinopec. L’AD Paolo Scaroni prevede di analizzare una serie di opportunità su collaborazioni future, in Cina e fuori dalla Cina.

Fiat Industrial (EUR9,47): ha archiviato il 2Q11 con un utile netto pari a EUR239 mln, in decisa crescita rispetto ai EUR130 mln del 2010 e meglio delle attese di EUR225 mln. I ricavi hanno evidenziato un progresso del 10,6% a EUR6,3 mld, mentre l’utile della gestione ordinaria è salito a EUR530 mln dai EUR346 mln di un anno fa (attese a EUR445 mln). L’indebitamento netto industriale è sceso di EUR400 mln a EUR1,7 mld, soprattutto per effetto del forte cash flow operativo.

Mediaset (EUR3,126): giovedì 28 luglio scadrà il periodo di negoziato in esclusiva ed è previsto il CdA di DMT: si stringono dunque i tempi per la scelta sull’integrazione delle rispettive torri di broadcasting con il gruppo del biscione.

Mediobanca (EUR6,495): migliore (anche se negativa) tra i titoli bancari a Piazza Affari dopo il varo della nuova governance societaria a seguito della riunione tra Cda, patto di sindacato e assemblea. Il nuovo assetto prevede un
maggiore potere per il management, soprattutto a livello di comitato nomine, che sarà formato da cinque membri, dai precedenti sei.

Pirelli (EUR7,37): ha siglato con Russian Technologies e Sibur Holding un accordo che individua gli asset da trasferire alla joint venture in costituzione tra la stessa Pirelli e Russian Technologies per EUR222 mln. Prosegue intanto il processo per l’individuazione di altri impianti di Sibur Holding che potranno essere trasferiti a una seconda joint venture.

Stm (EUR6,43): presenterà in serata, dopo la chiusura dei listini americani, i conti del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell’anno. Intanto Goldman Sachs ha rivisto al ribasso il target price del titolo, riducendolo da EUR10 a EUR8,5 euro confermando però il taring ’neutral’.

L’EuroStoxx50 archivia le contrattazioni in calo di un punto percentuale a causa dei ritrovati timori sul debito greco e, come anticipato, dell’irrisolta
questione statunitense. A livello settoriale in forte calo i finanziari e le telecomunicazioni mentre danno respiro ai mercati il comparto chimico e l’automotive. Tra i singoli titoli, in denaro BMW, LVMH e Air Liquide; in lettera invece (oltre ai bancari) Telecom Italia, Vivendi e Nokia.

Azioni Estero

Dow Chemical (USD36,14): ha siglato un accordo con la saudita Saudi Arabian Oil per la nascita di una joint venture per la costruzione di uno stabilimento chimico a Jubail Industrial City (Arabia Saudita). L’impianto verrà ultimato nel 2016 e l’investimento complessivo dovrebbe attestarsi intorno ai USD20 mld.

Lorillard (USD106,9): ha riportato nel 2Q11 utili in salita del 10,7% a USD291 mln, l’Eps si è attestato a USD2,05, contro i USD2,02 previsti dagli analisti. Le vendite del colosso del tabacco segnano un +11% a USD1,69 mld.

Kimberly-Clark (USD66,88): ha chiuso il secondo trimestre 2011 con un utile netto di USD408 mln, pari a USD1,03 per azione (sotto le attese pari a USD1,14), in calo rispetto ai USD498 mln del 2Q10. In crescita invece i ricavi balzati a USD5,3 mld (+8%), sopra il consensus di USD5,1 mld. Confermata la guidance 2011 per un Eps adjusted nel range USD4,80-5,05.

Research In Motion: la canadese produttrice dei Blackberry ha reso nota l’intenzione di ridurre il proprio organico di 2.000 unità, e scenderanno ad un totale di 17.000 addetti. Gli impatti finanziari dei licenziamenti verranno comunicati con i prossimi risultati trimestrali, il 15 settembre.

Ryanair Holdings (EUR3,4): ha registrato nel trimestre utili per EUR139,3 mln, in progresso del 49% rispetto ai EUR93,7 mln di un anno fa; il dato relativo al 2010 soffriva però dei disagi provocati dall’esplosione del vulcano irlandese mentre il dato adjusted registra un rialzo dell’1%. I ricavi della compagnia irlandese spinti dal +18% del traffico passeggeri sono
saliti del 29% a EUR1,55 mld.

CAMBI E COMMODITIES Sul mercato dei cambi, l’euro perde terreno contro il dollaro, nonostante i grattacapi che gli Stati Uniti devono risolvere. Il cross eur/usd si attesta in lieve calo a $1,4354. La moneta unica cede anche contro lo yen, a 112,5550. Il biglietto verde si deprezza anche nei confronti del franco svizzero, considerata una valuta rifugio. A pesare sulla valuta Usa è il mancato accordo sull’innalzamento del limite del debito negli Stati Uniti, che espone la prima economia mondiale al rischio di un default tecnico, se non verrà trovato un compromesso entro il 2 agosto. Cautela anche sull’euro che ha azzerato i guadagni messi a segno sulle piazze asiatiche dopo il downgrade della Grecia da parte di Moody’s. Il cambio EUR/USD quota in chiusura 1,435, tendenzialmente stabile rispetto a venerdì. Sul fronte delle commodities, il petrolio Wti stabile poco sopra USD99 al barile.