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TLC: PROSPETTIVE INCERTE PER IL SETTORE

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I cambiamenti tecnologici hanno rapidamente trasformato l’industria delle telecomunicazioni.

Cavi a fibre ottiche e tecnologia cellulare di terza generazione (3G) sono solo alcune delle piu’ sofisticate innovazioni grazie alle quali e’ oggi possibile trasmettere dati, grafici e video in tempi sempre piu’ ridotti.

I cambiamenti nella regolamentazione giuridica, introdotti negli Stati Uniti con il Telecommunications Act del 1996, hanno poi consentito l’ingresso di numerosi operatori all’interno del settore, determinando un alto grado di concorrenzialita’. Diverse societa’ sono oggi in grado di offrire contemporaneamente servizi di telefonia, televisione via cavo e internet.

La crescita di molte aziende e’ avvenuta a livelli senza precedenti, inducendo il mercato a salutare con entusiasmo l’era della nuova prosperita’, la New Economy.

L’illusione, tuttavia, iniziata alla meta’ degli anni 90, e’ durata solo pochi anni. Ai sorprendenti successi sono presto seguite le disillusioni. Dalla meta’ del 2000 le societa’ del settore stanno infatti sperimentando enormi difficolta’.

Ma quali sono state le cause che hanno determinato l’ascesa e il declino di tante aziende? Qual e’ lo stato reale in cui versa il settore e quali le prospettive? Come reagiscono i mercati finanziari?

IL SETTORE

L’industria delle telecomunicazioni si compone principalmente di due segmenti: servizi di telefonia e infrastrutture per telecomunicazioni. Il primo comprende la telefonia (fissa e mobile) per la trasmissione di voce e dati. Le infrastrutture comprendono, tra l’altro, impianti (telefonici e network), software e apparecchi telefonici (fissi e cellulari). Il principale segmento e’ costituito dai servizi di telefonia.

In base ai dati contenuti nell’ultima edizione del Telecommunications Industry Almanac, la piu’ comprensiva ed attendibile pubblicazione sul settore, negli anni 1999-2000 la domanda per nuovi servizi di telecomunicazioni e’ cresciuta trimestralmente ad un tasso quasi del 100%.

Ad alimentarla, le cosiddette “dotcom”, aziende on-line con l’esigenza di connessioni multiple, telefoniche ed internet, per il servizio ai clienti. Contemporaneamente le societa’ di servizi telefonici hanno destinato enormi quantita’ di capitali verso investimenti in infrastrutture e innovazioni tecnologiche.

Nel 2001 il fatturato complessivo (servizi e infrastrutture) negli Stati Uniti e’ stato pari a $663 miliardi. A livello internazionale, il giro d’affari ha raggiunto $1.200 miliardi. I dati sono stati resi noti dalla Telecommunications Industry Association (TIA).

La stessa organizzazione prevede per il 2002 che il fatturato USA si porti a $713 miliardi, il 7,6% in piu’ rispetto allo scorso anno. Per il periodo 2001-2005 il fatturato continuera’ a crescere, sempre secondo le pevisioni, ad un tasso del 9,5%, portandosi a $954 milioni.

I MERCATI FINANZIARI

Negli ultimi anni ingenti quantita’ di capitale si sono riversate sulle societa’ di telecomunicazioni, finanziandone investimenti in nuove tecnologie e piani di acquisizioni.

Dal 1996 al 2000 le societa’ americane di telecomunicazioni hanno raccolto nelle borse americane circa $1.300 miliardi. Nello stesso periodo, da una ricerca svolta dal Wall Street Journal e Thomson Financial, le societa’ hanno preso a prestito circa $1.500 miliardi dalle banche e $630 miliardi dai sottoscrittori di obbligazioni.

L’euforia dei mercati, iniziata verso la fine degli anni 90, ha fatto schizzare i titoli del settore a livelli vertiginosi: compagnie di modeste dimensioni sono improvvisamente divenute colossi super capitalizzati.

Poi all’improvviso il declino. Le aziende hanno registrato livelli di profitto e fatturato ben al di sotto delle previsioni. Molte, a causa dell’alto grado di indebitamento, hanno tagliato i piani spesa di investimento, lasciando le societa’ di infrastrutture telecom in grossa difficolta’.

I consumatori non hanno richiesto con la sperata consistenza i cellulari 3G ne’ le connessioni telefoniche a banda larga in grado di integrare telefonia, internet e televisione. Nel settore si e’ determinato uno squilibrio dal lato dell’offerta.

La sfiducia si e’ rapidamente diffusa tra gli operatori dei mercati finanziari. La lista dei crolli comprende nomi eccellenti come AT&T(T – Nyse), Lucent(LU – Nyse), Nortel(NT – Nyse). Il caso WorldCom(WCOME – Nasdaq) e’ il piu’ emblematico. Sempre nel periodo 1996-2000 circa $2.000 miliardi sono evaporati nella forma di perdita di valore di azioni ed obbligazioni.

Per avere un’idea di qual e’ stata l’entita’ del crollo dei titoli telecom e’ utile osservare l’andamento del North American Telecommunications Index (XTC)*. La tabella che segue, aggiornata al 12 luglio 2002, riporta le variazioni percentuali dei singoli titoli delle societa’ che compongono l’indice: i periodi di riferimento sono di 5 giorni, 1, 3 e 6 mesi, 1 anno ed inizio anno.

Il grafico mostra invece l’andamento dell’indice stesso negli ultimi 5 anni. Da un valore massimo pari a 1750, raggiunto il 27 marzo 2000, l’indice e’ passato ai 392 punti del 12 luglio 2002, perdendo circa il 77,5%. Il suo livello e’ tornato quello del 1996, alcuni anni precedenti la bolla speculativa telecom.

LE CONCLUSIONI

Dall’ottica dei mercati finanziari e’ generalmente condiviso il giudizio che l’industria delle telecomunicazioni al momento si trovi in cattive acque. Esistono, tuttavia, diverse visioni circa lo scenario che da qui a breve potra’ realizzarsi.

Principalmente prevalgono due interpretazioni. La prima afferma che i problemi del comparto dipendono dal rallentamento dell’economia, e che la ripresa sia oramai molto vicina; inoltre, secondo questa visione, nell’industria si dara’ luogo presto a processi di razionalizzazione e al ripristino di un certo pricing power.

L’altra interpretazione dice che i problemi strutturali di lungo periodo, come l’eccesso di capacita’ e l’intensa concorrenza, si faranno sentire ancora per alcuni anni, determinando una domanda insufficiente e prezzi bassi.

*Il North American Telecommunications Index (XTC) e’ composto da 17 societa’ ad elevata capitalizzazione di Stati Uniti, Canada e Messico. L’indice e’ molto rappresentativo dell’andamento del settore telecom perche’ le societa’ che lo costituiscono sono attive sia nei servizi che nelle infrastrutture telefoniche.

(fonte dati: Reuters)