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TLC: FRANCE TELECOM DA PORTARE IN TRINCEA

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France Telecom, che aveva toccato il punto più basso dell’anno a €27 il 12 settembre, ha recuperato quasi €10 dal giorno degli attentati agli USA, mentre il mercato parigino, malgrado il rimbalzo delle ultime due settimane, deve ancora recuperare il 4%.

Il titolo, anche oggi in recupero, viene scambiato a €36 sui livelli della fine di agosto. La caduta del valore delle azioni francesi ha senza dubbio riscaldato gli animi e determinato un ritorno sui valori accettabili, tanto più che il prezzo si presentava particolarmente attraente.

A €27 in effetti, il gruppo di Michel Bon non capitalizzava che 31 volta gli utili 2001, contro le 42 di oggi. Per fare un paragone, British Telecom ha un rapporto prezzo utili pari a 43 volte sui valori dell’esercizio in corso.

Per un gruppo così indebitato, con un passivo netto di circa €65 miliardi alla fine di giugno, la decisione della Federal Reserve e della Banca centrale europea di accentuare la politica di riduzione dei tassi è una splendida notizia. Secondo molti economisti, la BCE procederà a un altro taglio dei tassi questo giovedì. Una decisione che farà bene ai corsi azionari degli operatori telefonici europei che hanno visto crescere i loro debiti per i costi delle licenze per la telefonia di terza generazione UMTS.

D’altronde, come ha più volte ripetuto Michel Bon dopo gli attentati, il mestiere d’operatore telefonico si apparenta a quello del grande consumo, le attività telefoniche hanno acquistato un profilo difensivo rimarcato dallo stesso mercato dopo gli attentati dell’11 settembre.

Ma non sono solo rose per l’operatore francese il cui debito netto ha raggiunto somme astronomiche e il cui core business, la telefonia fissa, subisce un rallentamento costante della crescita dall’apertura del mercato alla concorrenza all’inizio del 1998.