Economia

Titoli di Stato, partito di Merkel vuole nuove regole. Italia sull’attenti

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La Csu, l’Unione cristiano sociale branca bavarese della Cdu della cancelliera tedesca Angela Merkel, ha abbracciato la proposta di riforma sull’emissione del debito pubblico dell’Area euro avanzata dall’istituto Ifo di Monaco. L’avallo è avvenuto in occasione tradizionale convegno invernale a porte chiuse che coincide con il nuovo anno politico: in vista ci sono le elezioni federali con le quali la Cdu cercherà di mantenere terreno contro l’ultradestra di Alternativa per la Germania (Afd).
Secondo gli economisti dell’istituto Ifo, considerato radicalmente liberale, le emissioni di obbligazioni statali, una volta superata la soglia dello 0,5% del deficit strutturale sul Pil prevista dal Fiscal Compact, dovrebbero assumere una nuova natura.

Gli Accountability Bonds, questo il nome dei titoli di stato che andrebbero a intervenire in questi casi, sono pensati per “responsabilizzare” gli stati che stanno spendendo troppe risorse, sforando i limiti europei. Come? Rendendoli più rischiosi, e d’altra parte, più cari da finanziare per gli stati che vi ricorrono.

Questo in due modi: il primo la Bce non potrebbe acquistarli (a differenza dei titoli di stato comuni) e le banche per acquistarli dovrebbero avere adeguate coperture di capitale. Il secondo ancora più estremo prevede che “se il rapporto debito Pil eccede il 120%, i pagamenti degli interessi e la maturazione di questi titoli si congelino fino al ritorno sotto tale soglia”, aveva spiegato Clemens Fuest dell’Ifo, “se un Paese chiede aiuto all’Esm (Fondo Salva-stati, uno dei componenti della Troika) gli Accountability Bonds perdono il loro valore”.

Italia sull’attenti: si sa da diverso tempo che la Germania non vuole che le ‘colpe’ dei paesi alle prese con la zavorra dei debiti ricadano sui tedeschi.

Anche se molto difficilmente una simile soluzione farà parte del programma del prossimo governo tedesco, che sarà probabilmente di coalizione, questo avallo da parte degli alleati della Merkel è indicativa di come la sete di austerità non possa abbandonare il primo partito tedesco. Afd, infatti, ha fatto della scarsa disciplina fiscale dei Paesi mediterranei un suo cavallo di battaglia sin dall’origine. Il timore che aleggia è sempre quello: che passi la linea morbida in grado di trasferire (direttamente o meno) risorse dalla Germania ai Paesi meno competitivi dell’Eurozona. Se questo timore non lo cavalca la Cdu, qualcun altro lo farà al suo posto.