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TISCALI: GLI ANALISTI VOGLIONO RISULTATI

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Tiscali questa settimana ha messo a segno un altro colpo acquistando l’Internet service provider inglese LineOne e ha riportato su di se’ l’interesse degli operatori. Per gli analisti l’operazione è sostanzialmente positiva nel prezzo e nel timing e rispetta i tempi e la strategia di espansione dell’azienda sarda.

I dubbi restano, però, sulla strategia globale con gli addetti ai lavori alla finestra in attesa di verificare la redditività degli investimenti fatti. Intanto il titolo ha perso la sua volatilità e si muove in un range compreso tra i €14 e i €16, ma la situazione tecnica resta buona.

L’ultima caduta nella rete di Renato Soru è l’inglese LineOne acquistata mercoledì per €100 milioni. Con questo acquisto, Tiscali diventa il quarto Isp della Gran Bretagna e, secondo il patron Renato Soru, il primo nel Vecchio Continente come numero di utenti registrati, salito a 16 milioni con l’ultimo acquisto. Le sessioni uniche passano a 9,5 milioni e gli utenti attivi ad oltre 7 milioni.

Ancora una volta il management della società si dimostra particolarmente attivo nell’espansione del gruppo in una fase di mercato in cui avere denaro permette acquisti a prezzi che solo 12 mesi fa sembravano impensabili. La stessa LineOne l’anno passato era stata valutata circa €400 milioni, ben quattro volte in più di quanto l’abbia pagata Tiscali.

I pareri degli analisti e degli operatori di Piazza Affari sull’ultima operazione della società sarda sono sostanzialmente positivi. Per tutti è il naturale proseguimento della strategia di Soru che, però, è atteso alla prova del nove per dimostrare che il suo modello di business, radicalmente diverso rispetto ai competitors, è anche redditizio. E’ su questo aspetto che gli analisti si dividono tra chi accorda piena fiducia al board isolano e chi invece preferisce non sbilanciarsi e andare con i piedi di piombo.

Il problema nasce dalla strategia di Soru che ha deciso di creare un Isp paneuropeo capillare e globale in ogni stato. Attraverso sinergie, ancora tutte da dimostrare, conta di attirare clienti e pubblicità tanto da portare Tiscali in utile o in pareggio già dal 2001. Soru non ha scelto di diventare il numero uno in un paese particolare, ma di diventarlo in Europa seppure attraverso la somma di secondi o terzi posti.

L’idea che sta alla base di questa scelta strategica è di poter offrire ai clienti, in particolare a quelli radicati in più stati, una piattaforma unica di utenti per le campagne pubblicitarie europee. Alcuni analisti criticano o restano scettici sul fatto che il modello Tiscali possa confrontarsi ad armi pari con quello dei concorrenti ex-monopolisti come T-Online, Tin o Wanadoo. Questi sono diventati i numero uno nei rispettivi paesi e da questa posizione di dominio puntano a ricavare il massimo, stando però seduti comodi sulla base clienti che gli arriva dalla casa madre come Deutsche Telekom o France Telecom o la stessa Tim.

“Per la raccolta pubblicitaria sono valide entrambe le strategie – commenta a WallStreetItalia Mario Spreafico, direttore investimenti della Banca Popolare di Lodi-Fondicri – anche perché molte campagne sono localizzate nei diversi paesi e non sempre un’azienda sceglie dalla casa madre tutti gli aspetti di una campagna europea. Può demandare alle varie filiali, ma anche accordarsi per un prodotto differenziato ma offerto da un unico Isp.

“Tiscali – continua Spreafico – ha scelto una strada aggressiva e duttile su tutti i mercati per battere gli ex-monopolisti che hanno scelto comodamente di capitalizzare la base offerta dalle società che le controllano. Tiscali è guidato con criteri imprenditoriali e con un piano industriale preciso e che sta portando avanti secondo le previsioni”.

Di diversa opinione l’analista di una primaria Sim milanese: “La strategia secondo noi è debole perché Tiscali deve dimostrare la validità delle sinergie dal lato pubblicitario. I ritorni dal lato delle connessioni non sono sufficienti. La redditività arriva e ancora di più arriverà dalla vendita dei contenuti e anche sotto questo aspetto la società sarda è, secondo noi, debole”.

Qualche dubbio anche per Antonio Ranieri, analista Uniprof, secondo cui “il modello di business di Tiscali deve ancora dimostrare se sarà redditizio, considerate le differenze con T-Online, Tin o Wanadoo che però hanno la leadership in almeno uno stato”.

Sull’ultima operazione in Gran Bretagna tutti parlano di una mossa buona, consapevoli che presto ce ne saranno delle altre. Lo stesso Soru ha tracciato le prossime tappe che dovrebbero essere corse ancora una volta in Inghilterra e poi in Spagna, unico paese dove Tiscali non ha una posizione rilevante.

“L’acquisto di LineOne è coerente con la linea di Soru – commenta l’analista di Uniprof – e il prezzo d’acquisto non è elevato”. Sulla stessa posizione anche gli altri due analisti che apprezzano in particolare il timing dello shopping, che permette di spendere poco e il giusto, nonché la coerenza della strategia dell’Isp sardo.

L’operazione prevede il pagamento dell’80% con circa 5,4 milioni di azioni di nuova emissione e il 20% in cash. Per Ranieri la nuova carta “non avrà impatto”.

Su altre posizioni l’analista della primaria Sim milanese che preferisce non essere citato: “L’emissione di nuove azioni è preoccupante perché queste si andranno ad aggiungere a quelle delle ultime operazioni, cui poi si sommeranno le azioni delle prossime acquisizioni in Spagna ed Inghilterra. I problemi potrebbero arrivare alle scadenze dei lock-up in cui la tentazione di molti sarà quella di fare immediatamente cassa portando pressioni al ribasso sul titolo”.

Sul futuro di Tiscali gli operatori si mostrano fiduciosi ma attendono di conoscere esattamente i conti della società e di verificare se i risultati del primo trimestre, in linea con le attese, saranno confermati anche per il secondo trimestre.

Il titolo in questi ultimi mesi ha perso la sua caratteristica principale: la volatilità. “In questa fase ribassista, Tiscali è passata da un valore superiore al 100% – commenta a WallStreetItalia Mauro Liguori, analista di una banca romana e vicepresidente della Società italiana analisti tecnici (SIAT) – a una volatilità giornaliera del 34%. Tecnicamente la situazione è buona e il mercato è in stand-by. Il titolo potrebbe tornare ai €30 per fine anno e tra gli operatori c’è l’indicazione ‘Add’ (aggiungere)”.

Anche per Ranieri “il titolo è interessante e da comprare”.

Secondo Mario Spreafico due saranno gli elementi che determineranno il prezzo delle azioni di Soru: “Primo fattore la presa di coscienza dei mercati che la bolla sui TMT si è sgonfiata; secondo, i dati consuntivi di Tiscali per verificare il ritorno degli investimenti. Non credo che deluderà i mercati e può riportarsi a +20/30% nel breve-medio periodo e il nostro target è a €35”.

Per l’analista della Sim milanese che preferisce rimanere anonimo “il titolo non è caro e anzi è a sconto rispetto ai competitors europei. Potrebbe apprezzarsi nel breve, ma nel lungo siamo negativi e per noi il titolo resta underperform”.