Società

TIE’ AL DECLINISTA, MA OCCHIO
ALLE TASSE

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(WSI) –
La produzione industriale nei primi otto mesi in Italia, ha registrato una crescita dell’1,9 per cento, in confronto agli stessi mesi del 2005. In agosto la crescita è addirittura del 3,4 rispetto ad agosto 2005 (il 3,6 nel dato corretto per lo stesso numero di giorni lavorativi).

Il risultato è trainato dai mezzi di trasporto (in gran parte Fiat, si è ripresa anche lei, cari declinisti) che segnano nei primi otto mesi una crescita dell’8,9 per cento. Gli apparecchi elettrici e di precisione registrano +7,1 per cento. L’industria chimica cresce del 4 e quella di macchinari del 3,8. In controtendenza pelli e calzature (+0,7) e tessile-abbigliamento (-3,7) che subiscono la concorrenza asiatica.

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Però questi indici sono in quantità e le industrie delle calzature e delle confezioni si stanno spostando sui prodotti di più alto valore aggiunto sicché il loro quadro è migliore di quel che appaia. Comunque la nostra produzione industriale è trainata da quella a maggior contenuto tecnologico. E il prodotto lordo italiano nel 2006 dovrebbe crescere attorno al 2 per cento in linea con quella delle maggiori economie europee.

Tuttavia sorgono nuove nubi per il 2007. Infatti se le cifre e la struttura della Finanziaria rimarranno sostanzialmente quelle attuali, la pressione fiscale – al lordo dei probabili aumenti di 4 miliardi nei tributi locali e della avocazione allo stato di 5 miliardi di fondi Tfr (Trattamento di fine rapporto) delle imprese – crescerà di 2 punti di pil. E ciò in buona parte a carico dell’offerta: come i circa 11 miliardi di nuovi contributi sociali e di fondi Tfr, gli 8 miliardi di recuperi di evasione fiscale (che in parte sono aumenti dei parametri degli studi di settore e analoghe misure) e la tassazione delle rendite finanziarie per forse 3 miliardi.

Questi oneri, che intervengono mentre la ripresa non si è ancora consolidata, avranno effetti depressivi sull’economia. Il pil del 2007 pertanto potrebbe crescere solo di un modesto 1 per cento o poco più. I declinisti, che ricevono dai dati industriali del 2006 una smentita, potrebbero avere qualche ragione per il prossimo anno, se la nuova politica fiscale continuerà a essere orientata all’aumento delle entrate anziché al contenimento delle spese.

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