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Tesla in frenata sui listini, pesa concorrenza Nio in Cina

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La la strada che porta alla mobilità elettrica si sta facendo rapidamente più affollata e ad averne fatto le spese, nel primo semestre dell’anno, è stato il titolo Tesla. Reduce da uno stratosferico +695% nel 2020, la casa automobilistica fondata da Elon Musk ha dovuto scontare una sottoperformance di 23 punti rispetto all’S&P 500 nella prima parte dell’anno, con un calo del 6,86% da gennaio. Nello stesso periodo, GM ha guadagnato il 46,06%.

Tesla, la concorrenza di Nio (e non solo) in Cina

Lo scorso 29 giugno gli analisti di Ubs, da sempre fra i meno entusiasti su Tesla, hanno ridotto il proprio target price sull’azione del 10% da 730 a 660 dollari, giustificando la mossa con la crescente competizione proveniente dalla Cina sul terreno dell’elettrico e i ritardi nel lancio dei prodotti a guida autonoma. Rispetto ai valori attuali il raggiungimento del prezzo obiettivo Ubs comporterebbe un calo del -2,78% per Tesla.

“La nostra preoccupazione principale a breve termine è che lo slancio della domanda di Tesla in Cina sta rallentando, e i nostri controlli sul campo suggeriscono che i veicoli elettrici delle marche nazionali stanno guadagnando ulteriore terreno rispetto a Tesla, il che potrebbe innescare ulteriori azioni di prezzo da parte di Tesla e di conseguenza margini lordi più bassi”, ha detto l’analista di Ubs Patrick Hummel. Fra i concorrenti cinesi di Tesla sarebbero NIO (-5,78% da inizio anno), BYD (+20% Ytd) e Xpeng (-0,8% Ytd) i più temibili secondo Ubs.

Venerdì Tesla ha comunicato vendite pari a 201.250 unità nel secondo trimestre, a livello globale. Si tratta di un un volume più che doppio rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2020.

“I lanci di veicoli elettrici da concorrenti con autonomia elevata, prestazioni di ricarica e un interessante rapporto qualità-prezzo, potrebbero continuare a pesare sul valore che il mercato è disposto ad assegnare alla crescita a lungo termine di Tesla”, ha aggiunto Hummel. General Motors potrebbe aver beneficiato proprio di questa rinnovata attenzione al comparto elettrico, ad esempio attraverso la versione elettrica del veicolo più venduto del gruppo, il Chevy Silverado pickup.

La stessa Ubs ha proceduto con un innalzamento del target price per General Motors, portandolo da 75 a 79 dollari (al momento il titolo è a quota 58,96). Per gli analisti della banca svizzera GM, assieme con Volkswagen sono i due marchi meglio posizionati per ottenere una sovraperformance rispetto al comparto automobilistico nei prossimi mesi.