Mercati

Terremoto sui mercati obbligazionari, prosegue la volatilità sui Treasury

E’ stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno il declassamento da parte dell’agenzia Moody’s del rating AAA sul debito pubblico degli Stati Uniti. E le borse ne risentono e anche il comparto obbligazionario è in piena tempesta.

I titoli di Stato americani continuano a perdere terreno a seguito delle vendite sui mercati internazionali con i rendimenti dei bond con scadenza trentennale che hanno raggiunto il 5,02%, il livello più alto da novembre 2023.

Treasury ai massimi top da novembre 2023

Stamani, il rendimento del Tesoro a trenta anni è salito di oltre 10 punti base al 5,021%. Anche il rendimento del decennale è salito di 10 punti base, raggiungendo il 4,542%. Nel frattempo, il rendimento del Tesoro a 2 anni è aumentato di oltre 2 punti base, raggiungendo il 4%.

Un punto base equivale allo 0,01% e i rendimenti e i prezzi si muovono in direzioni opposte. Nel 2023 i rendimenti a lungo termine erano arrivati al 5,18%, livello massimo dal 2007.

Moody’s declassa gli USA

Dopo la questione dazi, per il momento in stand-by, le preoccupazioni degli investitori sono aumentate dopo che venerdì l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il rating del credito degli Stati Uniti, facendolo scendere di un gradino da Aaa – il punteggio più alto – ad Aa1. L’agenzia ha attribuito il declassamento al crescente onere del finanziamento del deficit di bilancio del governo e all’elevato costo del rinnovo del debito esistente in presenza di alti tassi di interesse. “Questo declassamento di un gradino nella nostra scala di rating a 21 tacche riflette l’aumento, in oltre un decennio, del debito pubblico e dei rapporti di pagamento degli interessi a livelli significativamente più alti rispetto a quelli di sovrani con rating simili”, ha dichiarato l’agenzia in un comunicato.

Moody’s ha assegnato agli Stati Uniti un “country ceiling rating” di Aaa dal 1949. “Si tratta di un’importante mossa simbolica, poiché Moody’s è stata l’ultima delle principali agenzie di rating ad assegnare agli Stati Uniti il massimo rating”, hanno dichiarato gli analisti di Deutsche Bank in una nota.

Treasury sono ancora un bene rifugio?

Ad aprile, i rendimenti dei Treasury sono balzati dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha implementato ampie “tariffe reciproche” sui partner commerciali internazionali. Le preoccupazioni per i dazi e per l’aumento del debito pubblico statunitense (atteso intorno al 125% del Pil entro fine anno) stanno sollevando dubbi sul fatto che i Treasury siano ancora un bene rifugio.

RBC BlueBay: altro che Treasury, ecco il vero fattore da monitorare

Ma c’è chi vede positivo.  Per Russel Matthews, senior portfolio manager di RBC BlueBay, “sebbene  il declassamento possa causare una certa volatilità sui mercati nel breve termine, l’impatto dovrebbe essere limitato. Il vero dramma è quello che sta accadendo con il bilancio” sostiene l’analista.

Ci troviamo in un momento critico con l’avanzamento del piano decennale per il bilancio degli Stati Uniti al Congresso. L’evoluzione della situazione nei prossimi due mesi sarà molto più cruciale per i mercati. Quello che osserviamo in questo momento è che i politici statunitensi hanno una volontà o una capacità limitata di presentare una tabella di marcia per una seria riduzione del deficit fiscale.
Non vediamo alcuna contrazione del deficit nel prossimo futuro e il rischio è che aumenti dall’attuale livello di circa il 6,5% del Pil. Ciò comporterà un aumento costante del rapporto tra debito complessivo e Pil e dei costi degli interessi rispetto alle altre spese. Se questa dinamica non verrà controllata, sarà inevitabile che gli Stati Uniti vivranno una sorta di momento Liz Truss, con un picco della volatilità dei tassi e un aumento sostanziale dei rendimenti, in particolare nella parte lunga della curva. Tuttavia, è estremamente difficile prevedere quando raggiungeremo questo punto di svolta. Nel breve termine, non vediamo molto valore nell’assumere rischi attivi sulla curva statunitense.