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TERREMOTO: POLEMICA SU TUTTE SCOSSE MESI PASSATI

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Roma, 6 apr. (Apcom) – E’ iniziato il 10 marzo il calvario per L’Aquila, oggi colpita da una scossa sismica di magnitudo 5.8 e da successive repliche di forte intensità: ed è polemica sul fatto che si siano ‘trascurati’ questi segnali, forse prodomici del sisma più grave. Il primo bilancio della Protezione civile parla di 16 vittime, 10mila case lesionate, centinaia di edifici crollati. Il 10 marzo si registrò una piccola scossa in provincia dell’Aquila tra i Comuni di Collimento, Villagrande e L’Aquila. Il terremoto fu registrato alle 12.25 con magnitudo 2.2 e non ci fu alcun danno.

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Poi, a distanza di tre giorni, il 13 marzo, altri due distinti eventi sismici, di carattere strumentale: il primo di magnitudo 1.3 con epicentro nei comuni di Pizzoli, Scoppito e L’Aquila. Il secondo di magnitudo 1.9 con epicentro tra i comuni di Lucoli, Tornimparte e L’Aquila, gli stessi colpiti oggi. Le scosse, lievi ma continue, avevano provocato allarme tra la popolazione: di fatto la zona dai primi mesi dell’anno, ha spiegato all’epoca l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata interessata da un’attività frequente e di bassa magnitudo: nei primi mesi del 2009 sono stati localizzati oltre 160 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 2.9, la maggior parte dei quali localizzata in un’area molto piccola (4-5 km in pianta). E a marzo, sempre secondo l’Ingv, allo stato attuale delle conoscenze si poteva affermare che la sequenza dei mesi scorsi non aveva alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Il 17 marzo una nuova scossa, questa volta di intensità maggiore: 3.6 di magnitudo. L’epicentro sempre nell’aquilano, tra Sulmona, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Canzano.

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Ogni giorno si registrano repliche: il 18 marzo una lieve scossa di magnitudo 2.2 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L’Aquila e poi a breve un’altra di magnitudo 1.4. Poi qualche giorno di tregua e si ricomincia il 24 marzo con una scossa lieve: magnitudo 1.8. Ancora, il 27 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L’Aquila un sisma di magnitudo 2. Il 30 marzo si registra un aumento nell’intensità del sisma: alle 15.38 un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro a circa 10 chilometri di profondita tra i comuni di Pizzoli, Collimento e L’Aquila. Ci sono state anche alcune repliche di magnitudo inferiore (3.5 e 2.4) la popolazione inizia ad avere paura: centinaia furono le chiamate ai centralini dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. E la Regione Abruzzo è intervenuta per smorzare le polemiche e placare l’ansia: “Si sta procedendo alla valutazione dei danni agli edifici che al momento risultano di piccola entità. Non ci sono i presupposti per prevedere da parte delle strutture preposte altre scosse sismiche di alcuna intensità – avevano detto – Tutte le informazioni diffuse di altro contenuto sono da ritenersi false e prive di ogni fondamento”. Tutto il giorno la zona è stata interessata da un’intenso sciame sismico: il sindaco decise la chiusura delle scuole e su richiesta del capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si riunirono gli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi. L’uno e il due aprile nuovi sciami sismici di moderata intensità.

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Poi, ieri sera alle 22.48 una nuova scossa di 3.9 gradi della scala Richter con epicentro a L’Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppito e un’altra alle 0.39 di 3.5 gradi. Infine, stamattina alle 3.32 una fortissima scossa, magnitudo 5.8 equivalente all’ottavo-nono grado della Mercalli, avvertita in tutto il centro Italia, dall’Adriatico al Tirreno e con epicentro all’Aquila. La replica di magnitudo 4.6 e uno sciame sismico che ancora non accenna a diminuire: al momento il primo bilancio parla di decine di morti, centinaia di edifici crollati, oltre 10mila abitazioni lesionate. Una tragedia “senza precedenti dall’inizio del millennio”, come hanno detto Guido Bertolaso e il premier Silvio Berlusconi.