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Terremoto General Electric. Report rivela mega-frode, “peggio di Enron”

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Una vera e propria tempesta si è scatenata ieri a Wall Street sul titolo della General Electric con voci che paventano il rischio di bancarotta per la conglomerata simbolo dell’industria americana, che da anni ormai naviga in cattive acque.

A far scatenare il “panic selling”, che ha fatto crollare fino al 15% le azioni Ge, il crollo maggiore in 11 anni, è stata la diffusione di un report di 175 pagine messo a punto da Harry Markopolos, l’investigatore finanziario noto per essere stato il primo ad lanciato l’allarme sullo schema Ponzi messo in piedi dal finanziere Usa Bernard Madoff.

Ora Markopolos accende i fari General Electric e accusa il colosso di aver falsato i conti, nascondendo 38,1 miliardi di dollari perdite dai suoi business legati alle riassicurazioni a lungo termine e dai servizi alle società petrolifere. Le perdite risalirebbero agli anni ‘80 e ‘90.

L’investigatore sostiene che i 38 miliardi di dollari di frode contabile, pari al 40% circa della capitalizzazione di Borsa di Ge, ne fanno una delle più grandi frodi contabili della storia americana, addirittura superiore a quelle di Enron e WorldCom messe assieme.

Non si è fatta attendere la riposta dell’azienda. Larry Culp, ceo di Ge, ha accusato Markopolos di “falsa ricostruzione dei fatti”, aggiungendo che ‘inchiesta contiene degli “errori fattuali” e costituisce una “manipolazione di mercato pura e semplice” perché, come ricorda Culp, lo stesso investigatore ha ammesso che avrà una “discreta percentuale di profitti” dallo short selling sul titolo Ge.