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TENERE DURO E’ ANCORA LA COSA MIGLIORE?

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Compra e tieni. Per lungo tempo, questo semplice consiglio operativo e’ stato il denominatore comune dei profitti dei grandi investitori sui mercati azionari. Tuttavia, le difficolta’ dei listini negli ultimi 18 mesi hanno messo in dubbio anche questo ultimo pilastro del trading.

Statisticamente, cercare di fare del timing, entrando o uscendo dal mercato con frequenza, si e’ rivelata una strategia perdente e sconsigliata da sempre dai professionisti dell’investimento. Allo stesso modo cambiare molto spesso le azioni da tenere in portafoglio, pur rimanendo investiti, in genere porta a profitti inferiori rispetto alla strategia “buy and hold” (compra e tieni). Il motivo e’ semplice: nel lungo periodo, dove si ottengono veramente grossi risultati, le aziende appartenenti allo stesso settore performano in media allo stesso modo.

Non esiste quindi una buona ragione per saltare di continuo, per esempio, da Dell a Compaq se alla lunga le due aziende avranno una prestazione in borsa in media con quella del settore di appartenenza. L’analisi tecnica conferma questa semplice osservazione. Catturare i trend di lungo periodo e’ la via piu’ efficace per ottenere buone soddisfazioni dai listini azionari, senza cercare continuamente di comprare ai minimi e vendere ai massimi.

Questa e’ stata la strategia seguita dai grandi fondi di investimento,negli ultimi 10 anni, per battere il benchmark. Rimanere investiti praticamente al 100%, visto che e’ per questo che i fondi vengono pagati dai loro clienti.
Limitare lo spostamento da un titolo all’altro allo stretto necessario dato che in genere si aumentano le spese e non si migliorano i risultati.

Cosa rende i mercati orso cosi’ differenti rispetto a quelli toro? Perche’ la strategia del “buy and hold” non funziona?
Quando l’economia peggiora e i mercati scendono, le aziende tendono ad avere prestazioni molto differenti. Alcune resistono meglio delle altre ma, quelle che non ce la fanno, possono compromettere l’intera performance di un portafoglio ben differenziato. L’analisi tecnica conferma che in questi casi, tagliare le perdite e’ la scelta migliore. Aspettare i cosidetti “tempi migliori” puo’ comportare grossi sacrifici.

Infine, c’e’ un’altra riflessione interessante da fare. Se quando l’indice sale e’ importante rimanere nel mercato per non perdere opportunita’ di guadagno, quando scende drasticamente come ha fatto quest’anno, incassare una perdita e rimanere liquidi puo’ voler dire battere il benchmark. Infatti, per definizione, il benchmark e’ investito al 100% per tutto il tempo: a lui, tocca farselo tutto il mercato orso, gli investitori invece possono cercare di fare un po’ meglio.

(*) Francesco Leone e’ analista per Wall Street Italia