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TELEFONINI, LA GRANDE CORSA E’ FINITA

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Un colpo di scena ha modificato il settore dei telefoni cellulari 3G, quelli di terza generazione: la spagnola Telefónica e la finlandese Sonera rinunciano all’operatività di Quam la loro compagnia del 3G in Germania.

Non faranno più gli investimenti per la rete, ammortizzano la licenza costata due anni fa 8,4 miliardi di euro e cedono i 400 mila abbonati, l’1 per cento del mercato tedesco.

Certo era difficile competere con D1, appartenente alla pur disastrata Deutsche Telekom, che ha il 40 per cento del mercato dei telefonini e con D2 di Vodafone che ha un altro 37 per cento.

Ma nessuno sino a ora aveva dichiarato di volere uscire dal 3G dopo aver speso un mucchio di soldi per la licenza e dopo avere ammesso che si è trattato di un pessimo affare.

Ora soffrono Ericsson e Nokia, i maggiori costruttori di reti di telefonia cellulare che speravano in questo investimento. E possono invece sorridere gli amministratori di Blu che si ritirarono dalla gara per i 3G in Italia, dopo che la cifra era cominciata a salire.

Allora si parlò di chi sa quali trucchi. Ma loro avevano visto giusto. C’erano troppi gatti per una trippa futuribile e non abbondante come si era fatto credere.

Chi ora va sotto accusa però non sono tanto i contabili esperti in gonfiamento dei fatturati o gli analisti delle società di consulenza e delle banche, interessati a magnificare la crescita dell’high-tech. Sono colpevoli i governi di Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia che avevano messo in pista con clamore pubblicitario, le aste delle licenze dei telefoni all’insegna della concorrenza del mercato, in realtà allo scopo di fare facilmente soldi per tamponare i deficit dei bilanci gonfiati da spese correnti.

Entrate – circa 100 miliardi di euro in Germania, tra il 1999 e il 2000 – che l’Ufficio statistico della Comunità Europea ha disinvoltamente accettato. Un bonus per Schroeder. Ma una delusione per Telefónica e Sonera attratte dal miraggio dell’economia tedesca nell’epoca dell’euro.

Ora il taciturno César Alierta che ha sostituito dal settembre 2000 l’avventuroso Josè Villalonga alla guida di Telefónica ha tracciato una riga nera su questa licenza. E ha fornito un saggio esempio, che Sonera ha imitato.

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