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TELECOM: IL RIBASSO CHE NON FA MALE

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Stabile nel bene e nel male, ovvero incapace di eguagliare le performance positive messe a segno nell’ultimo triennio dai titoli telefonici europei ma anche , per fortuna per gli azionisti, quasi del tutto insensibile al pesante tracollo che ha colpito i mercati azionari globali nelle scorse settimane. Ma nelle ultime sedute il supporto statico posto a 1,90 euro è stato messo a dura prova e così proprio quando le acque sembravano essersi calmate in poco più di due ore, nel tardo pomeriggio di venerdì, il castello Telecom è crollato : un’ondata di vendite innescata da dichiarazioni poi smentite riguardanti un possibile taglio dei dividendi ha fatto piombare di oltre 7 punti percentuali il titolo fino ad un minimo toccato nell’intraday a 1,775 euro. La settimana si è invece aperta all’insegna della volatilità: pronti via è stato subito battuto un nuovo minimo a 1,764 euro , poi le veloci ricoperture hanno sospinto il titolo fino a 1,85 euro e infine la chiusura a 1,805 euro.

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Il pesante andamento del titolo Telecom ha avuto delle inevitabili ripercussioni su alcuni Investment Certificate e solo il criterio di rilevazione del prezzo valido ai fini della barriera sul prezzo di riferimento del titolo ha fatto si che non si contino ancora più numerosi gli eventi Knock-Out . Per tre Bonus andati in barriera nelle ultime 48 ore ci sono però ancora diversi certificati che possono contare su un discreto margine di sicurezza prima di vedere annullata l’opzione di rendimento minimo o di guadagno bidirezionale ( tipico delle strutture Twin Win).

Un esempio è proprio rappresentato da un Autocallable Twin Win di Abn Amro emesso il 31 gennaio 2007 che, per via della quotazione di Telecom Italia inferiore ai 2,263 euro, non è stato rimborsato alla prima data di osservazione. ( il 25 gennaio scorso). Se il certificato non verrà rimborsato neanche alla seconda data di osservazione, fissata il 25 gennaio 2009, si arriverà alla scadenza e si guarderà agli 1,584 euro della barriera: se questi non saranno mai stati toccati nel periodo gli eventuali ribassi del titolo verranno riconosciuti in positivo ( e a questo punto il rimborso sarebbe pari a 120,24 euro) mentre in caso contrario si avrà un investimento equiparabile al possesso del titolo stesso. Attenzione però ai dividendi, finiti nell’occhio del ciclone nelle ultime ore: se non ci saranno novità i soli due stacchi di 0,14 euro ( ultimo dividendo) farebbero scendere il titolo al di sotto della barriera.

Potrebbe tuttavia non avere rilevanza la barriera se fra poco meno di un anno la rilevazione del prezzo permetterà il rimborso anticipato: in tal caso si darà luogo all’estinzione anticipata del certificato riconoscendo agli investitori il capitale nominale (100 euro) maggiorato di un coupon del 30% (il 15% per ogni anno di durata). Un’aspettativa di rendimento interessante anche in considerazione dell’attuale quotazione del certificato, acquistabile a 78,66 euro: ipotizzando il rimborso di 130 euro il rendimento complessivo dell’investimento lieviterà al 65,26% ( Telecom dovrà però riuscire nell’impresa di recuperare il 25,4% dagli 1,805 euro).

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