Lo spiegano benissimo Briggs e Burke nel loro “Storia sociale dei media“: può capitare che un’invenzione pensata per un altro scopo ottenga un successo inaspettato per qualcosa che non si era potuto o voluto immaginare. Così è stato per il telefono, visto agli inizi come una vera e propria forma di spettacolo e non esclusivamente come un mezzo di comunicazione.
Forse non tutti sanno, infatti, che nel 1893 l’inventore ungherese Tivadar Puskás ideò un servizio chiamato Telefon Hirmondo con lo scopo di mettere a disposizione degli utenti il primo sistema di radio diffusione del mondo proprio attraverso il telefono.
Lo stesso è accaduto per internet: dalle origini come strumento di difesa militare in piena guerra fredda sul finire degli anni ’60 a medium di portata globale connotato da un notevole grado di orizzontalità e partecipazione degli utenti che lo differenziano da qualsiasi altro mezzo di comunicazione precedente.
L’epoca contemporanea di internet è stata aperta da una pagina creata dal ricercatore del CERN Tim Berners-Lee esattamente 22 anni fa.
Proprio la pagina che potete vedere qui accanto ha dato avvio alla rivoluzione digitale e ha fatto entrare nel gergo comune vocaboli anglofoni come e-commerce, file sharing social network.
Da Napster a Facebook e Twitter, internet ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere le giornate, dalla fruizione di musica e film al modo di fare acquisti; dalla gestione del conto in banca alla comunicazione interpersonale. Con tutte le critiche e le contraddizioni che qualsiasi svolta epocale – non soltanto di natura tecnologica – si porta inevitabilmente appresso.
Wall Street Italia è un giornale on-line che prima di quel 13 novembre 1990 non sarebbe mai potuto esistere nel modo che tutti voi conoscete.
Una curiosità, dunque, in chiusura: sapete qual è stato il primo quotidiano italiano a dotarsi di un sito internet sul quale veniva riassunta la prima pagina dell’edizione cartacea?
L’Unione Sarda, nell’ormai lontano 1994.
