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TASSI: VOLANO I RENDIMENTI, L’ITALIA PAGA L’EFFETTO ELEZIONI

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L’incertezza politica in Italia dopo la risicata vittoria del centro sinistra e in attesa che la Cassazione confermi la conta finale delle schede elettorali ha portato i bond italiani a sottoperformare rispetto ai bund tedeschi.

Lo spread tra il bund della Germania a 10 anni e l’equivalente BTP dell’Italia ha fluttuato secondo Reuters di 34-35 basis points: si tratta del massimo livello dal dicembre 2001. Martedi’ la differenza era di 34 punti base.

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Anche lo spread tra i bond a 30 anni e’ aumentato, raggiungendo il massimo in 4 anni e mezzo a un livello compreso tra 44 e 45 basis points rispetto a 44 di martedi’.

I rendimenti dei titoli di Stato europei e statunitensi sono tornati a volare, mentre l’ Italia sta pagando l’ effetto-elezioni, in quanto il differenziale con i bond tedeschi in settimana è salito ai massimi dal dicembre del 2001. L’ inversione di rotta nel comparto del reddito fisso è venuta in settimana, con i titoli del Tesoro statunitense a scadenza decennale risaliti sopra il livello del 5%, esattamente al 5,05%, una soglia che non si vedeva dal giugno del 2002.

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A loro volta, i rendimenti dei bond governativi europei di identica scadenza sono aumentati per la terza settimana di fila, con la conseguenza di arrivare al livello più alto dal novembre del 2004. Più in particolare, per quanto riguarda l’ Italia la differenza fra i rendimenti corrisposti da un titolo di Stato italiano e quelli di un’ analoga obbligazione tedesca è salita di due punti base dopo il risultato elettorale ed attualmente equivale a 32 punti base. Il rialzo generalizzato del rendimento offerto dal reddito fisso è legato alle aspettative legate ad ulteriori aumenti del costo del denaro nelle maggiori aree industrializzate.

Negli Stati Uniti, è scontato che i Fed Funds – cioé i tassi di riferimento – a maggio arrivino al 5%. La maggioranza degli analisti propende inoltre per almeno un’ ulteriore stretta, fino al 5,25%, dopo di che c’é tuttora incertezza se si sarà con questa mossa arrivati al ‘top’ oppure si proseguirà ancora. Quanto all’ Eurozona, il mercato prevede per quest’ anno altri due rialzi da parte della Bce, con la conseguenza che si arriverebbe al 3%. I futures con scadenza dicembre peraltro sono saliti questa settimana di altri cinque punti base, al 3,46%.

Il mercato attende un rialzo inoltre in Giappone, Paese che da parecchi anni è ancorato ad una politica di tassi vicini allo zero e che entro quest’ anno dovrebbe però anch’ esso allinearsi allo scenario internazionale. Il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni è il diretto riflesso della caduta vertiginosa dei prezzi dei titoli di Stato internazionali, a sua volta dovuta appunto alla prospettiva di ulteriori aumenti del costo del denaro da parte delle banche centrali.

Per dare un’ idea dell’ evoluzione dello ‘yield’, cioé appunto del rendimento, un titolo di Stato tedesco di durata biennale in settimana è arrivato a garantire il 3,31%, sei punti base in più rispetto alla settimana precedente, con un’ ascesa che si protrae ininterrottamente da tre settimane, circostanza che non si verificava dal settembre del lontano 2000. Il decennale emesso dalla Repubblica Italiana in scadenza nell’ agosto 2015, con cedola al 3,75%, offre invece adesso il 4,24%.

La risalita dei tassi di mercato sembra aver messo fine, almeno momentaneamente, all’ anomalia di cui aveva diffusamente parlato a suo tempo l’ ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, consistente nel fatto che, nonostante i rialzi del costo del denaro negli Usa, i rendimenti a medio-lungo termine erano rimasti inspiegabilmente bassi. Al punto che lo ‘yield’ offerto da un Treasury biennale era arrivato a superare quello di un titolo decennale.

Sempre negli Stati Uniti, il Treasury trentennale è arrivato in settimana al 6,49%, ai massimi dal 2002, mentre appena nel luglio scorso il rendimento era del 5,53%. Questo significa che un americano che si accolli un prestito di 250.000 dollari su questa scadenza pagherà circa 154 dollari al mese in più. L’ impatto derivante dall’ aumento dei tassi riguarda anche il costo del debito pubblico e quello sostenuto dalle società a fronte dell’ emissione di obbligazioni Corporate. Oltre a riflettersi potenzialmente su un rallentamento dell’ economia nel suo complesso.(