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TASSI USA: PER GLI ECONOMISTI SARA’ LULTIMO TAGLIO

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I tassi d’interesse sono scesi quest’anno al 2%, il minimo degli ultimi 4 decenni, dopo ben 10 interventi d’allentamento decisi dalla Federal Reserve. Nonostante questo, un nuovo taglio ai tassi d’interesse e’ comunque previsto per l’incontro del Federal Open Market Committee di martedi’.

L’undicesima riduzione, che ci si aspetta porti i tassi all’1,75%, potrebbe pero’ essere l’ultima e segnare un’inversione di politica per la banca centrale americana.

Secondo Tony Crescenzi, analista di mercato per Miller Tabak, i contratti future dei fondi Fed implicano infatti che la Federal Reserve iniziera’ a aumentare i tassi a partire da giugno e che nella seconda meta’ del 2002 i tassi potranno crescere di 150 punti base.

Molti operatori del mercato sono d’accordo che dopo il prossimo allentamento all’incontro della Fed del 12 dicembre, la banca centrale rimarra’ inattiva per almeno i prossimi 6 mesi, iniziando a aumentare i tassi nella seconda meta’ del 2002.

Jim Glassman, capo economista di JP Morgan, pensa ad esempio che in un clima di inflazione contenuta, come quello attuale, la Fed sia pronta ad agire velocemente sull’allentamento, ma cautamente nella stretta monetaria.

Secondo Cary Leahey, economista di Deutsche Bank, i mercati hanno pero’ gia’ dato per scontato un ribaltamento della politica della Fed e Jay Bryson, economista di Wachovia prevede di conseguenza una riduzione delle valutazioni azionarie e un aumento di quelle obbligazionarie.

Diane Swonk, capo economista di Bank One, pero’, si aspetta che la banca centrale adotti un atteggiamento neutrale solo dopo aver portato i tassi al 4% – il che, a incrementi di 25 punti base, potrebbe avvenire tra oltre un anno – e pensa che la Fed avrebbe gia’ dovuto iniziare la stretta monetaria.

John Youngdahl, economista di Goldman Sachs, ha notato che dal 1954 la Fed non ha mai iniziato a aumentare i tassi d’interesse fino a che il tasso di disoccupazione e l’utilizzazione della capacita’ produttiva non siano migliorati e prevede pertanto che i tassi a breve rimarranno a livelli estremamente bassi per tutto il 2002.

Il tasso di disoccupazione potrebbe infatti raggiungere il 6,5% entro la meta’ dell’anno prossimo.

Mantenere i tassi a livelli troppo bassi per troppo tempo potrebbe pero’ immettere troppa liquidita’ sul mercato azionario, creando una nuova bolla.

Stephen Slifer, capo economista di Lehman Brothers non pensa che il mercato si stia gonfiando di nuovo, ma Peter Kretzmer, economista di Banc of America Securities ritiene che la Fed non sia stata in grado di identificare la bolla del mercato – aumentando i tassi troppo tardi e in modo troppo sostenuto – e che questo abbia creato l’instabilita’ della fine degli anni novanta.

Kretzmer, inoltre pensa che i mercati prevedano la politica della Fed meglio degli economisti e che quindi la banca centrale potrebbe iniziare a aumentare i tassi gia’ a partire da marzo.