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TASSI USA: LA FED
LI TAGLIERA’ DI 1/4 DI PUNTO

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Per la prima volta dal dicembre 2001, quando porto’ l’obiettivo sui Fed Fund all’1,75%, la banca centrale USA sembra intenzionata a ritoccare nuovamente i tassi.

Le previsioni sono di un taglio dello 0,25%. I prezzi dei future sui Fed Fund suggeriscono che le probabilita’ che cio’ si verifichi sono del 100%, mentre quelle di una revisione al ribasso di mezzo punto percentuale sono appena del 16%.

Ma perche’ il FOMC dovrebbe tagliare di 25 punti base piuttosto che dello 0,50%? Ed esiste la possibilita’ che Greenspan decida di lasciare i tassi invariati?

Io sono convinto che la revisione ci sara’ e che sara’ dello 0,25%. A mio avviso, la banca centrale USA non ha la possibilita’ di lasciare invariato l’obiettivo sui Fed Fund, soprattutto perche’ e’ stata essa stessa ad alimentare le aspettative di un taglio.

Pochi giorni fa, tre articoli apparsi quasi in contemporanea in sedi spesso utilizzate da Greenspan per lanciare segnali al mercato speculavano sull’intenzione del FOMC di procedere a una nuova sforbiciata.

Il fatto che la Fed non abbia smentito queste speculazioni ne suggerisce la fondatezza: l’ultima cosa che vuole Greenspan, infatti, e’ sorprendere il mercato.

Per quanto riguarda l’entita’ del taglio, la Fed fondamentalmente ritiene che il recente rallentamento della crescita economica sia tipico della fase di ripresa, che tende a muoversi su percorsi un po’ dissestati nella fase iniziale.

Dopo la fine della recessione del 1990-91, il tasso di disoccupazione negli USA ha impiegato ben 15 mesi per risollevarsi, e l’indice sull’attivita’ manifatturiera ISM e’ sceso sotto la soglia dei 50 punti per ben sette volte.

Un taglio dello 0,50%, quindi, potrebbe accelerare la ripresa, costringendo la Fed ad alzare nuovamente i tassi. Una sforbiciata di questa entita’, inoltre, avrebbe si’ un impatto piu’ consistente sui mercati nell’immediato, ma la sostenibilita’ del rialzo che ne seguirebbe e’ opinabile.

Gli 11 tagli effettuati dal FOMC a partire dal 2001 suggeriscono che una riduzione di 50 punti base per ottenere un livello di mercato piu’ elevato sarebbe inefficace. E non bisogna dimenticare che la banca centrale USA non e’ interessata a sortire effetti di breve periodo.

*Tony Crescenzi e’ il responsabile dell’ufficio studi della boutique finanziaria Miller, Tabak & Co.