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Tassi Usa: il rally del petrolio potrebbe modificare i piani della FED

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L’aumento dei prezzi del petrolio rischia di cambiare i piani della FED, la quale, a questo punto, potrebbe fare un passo indietro sulla decisione di tagliare i tassi di interesse.

Se è vero che la maggior parte degli analisti scommette su un taglio dei tassi di un quarto di punto durante la riunione del Federal Open Market Committee che inizia oggi,  lo scenario di continui tagli sembrava essersi indebolito per via di un possibile aumento dell’inflazione. I mercato dei futures scontano una probabilità del 34% che la Fed rimanga alla finestra. La probabilità era zero un mese fa e solo il 5,4% una settimana fa.

“La spinta all’inflazione dall’aumento dei prezzi del petrolio, anche se piccola, va ad aggiungersi ai segnali che l’inflazione core si sta già riscaldando. Il che può rendere più difficile per la Fed tagliare ulteriormente i tassi”, ha detto Beth Ann Bovino, capo economista statunitense presso S&P Global Ratings.

Per alcuni analisti, dunque, la tendenza al rialzo dell’inflazione, mostrato dall’aumento annuo del 2,4% dei prezzi core ad agosto, insieme alla fiammata del greggio, completano un quadro in cui il presidente della Fed Jerome Powell potrebbe almeno ribadire la sua posizione secondo cui si tratta di un “aggiustamento a metà ciclo” e non fa parte di una tendenza di allentamento più lunga.

Il consensus di mercato per la decisione che verrà comunicata domani è per sforbiciata di un quarto di punto percentuale dall’attuale 2-2,25%, dopo la mossa analoga di luglio. C’è poi, tra gli analisti, c’è chi non esclude una riduzione più consistente di 50 punti base.

Stesso discorso per la banca centrale cinese ha anticipato che Pechino ridurrà il costo del denaro a fine mese, il primo di una serie di tagli per allinearsi alle maggiori istituzioni mondiali.