
Una delle visioni più paradossali che balenarono nella mente quando i tassi negativi cominciarono a diffondersi fra diverse banche centrali si sta pian piano concretizzando: piuttosto che correre il rischio che la banca possa assorbire i tassi negativi proprio dai risparmi dei correntisti, sempre più clienti stanno correndo ai ripari mettendo i soldi nel materasso.
Dopo il caso del Giappone, adesso è sotto i riflettori la Germania: in un articolo del Wall Street Journal si racconta come la vendita di casseforti domestiche, da parte del principale produttore teutonico Burg-Waechter KG, siano cresciute del 25% sulla spinta delle vendite registrate proprio nella madrepatria.
In Germania, infatti, una piccola banca cooperativa, è divenuto il primo istituto ad applicare un tasso negativo sui conti correnti superiori ai 100mila euro.
Altrove alcuni istituti hanno già messo in conto di fare la stessa cosa, in caso di necessità. Se la risposta ai tassi negativi, pensati per far fluire denaro attraverso il credito nell’economia reale, dovesse essere la crescente scomparsa del denaro nelle casseforti la strategia potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol. Non per niente da tempo si discute negli ambienti finanziari dell’abolizione del contante anche per rendere più efficaci le mosse delle banche centrali.
“Riporre i soldi in banca non paga e vieni pure tassato”, racconta un pensionato 82enne al quotidiano newyorchese riassumendo nella sua semplicità quello che è la sensazione di molti risparmiatori.
O ancora: “Se una banca mi dice che devo pagare gli interessi sul mio deposito mi prendo i miei 50mila euro”, dice un imprenditore bavarese di 53 anni, “li metto sotto il cuscino o compro una cassetta di sicurezza”.