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TASSI: LA FED PROCEDE CON CAROTA E BASTONE

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Il comitato direttivo della Federal Reserve ha lasciato i tassi d’interesse a breve invariati al 6,5%. La decisione e’ in linea con le aspettative dei mercati.

La Banca centrale Usa, che ha mantenuto invariato anche il tasso di sconto al 6%, non ha escluso tuttavia la possibilita’ di aumentare i tassi di interesse nei prossimi mesi visto che “permangono rischi economici di eventuali pressioni inflazionistiche”.

La conclusione dei responsabili delle scelte di politica monetaria contrasta con le valutazioni che da settimane circolano a Wall Street: i tassi sono al livello massimo dell’ultimo decennio, le elezioni presidenziali sono imminenti, la Fed ha gia’ fatto abbastanza e il costo del denaro puo’ rimanere fermo almeno sino alla fine dell’anno.

La banca centrale americana ha riconosciuto che grazie all’incremento della produttivita’ le pressioni inflazionistiche di tipo salariale sono rimaste contenute nonostante il tasso di disoccupazione sia al 4%, una soglia considerata fisiologica dagli economisti e al minimo degli ultimi 30 anni.

“I dati indicano che la crescita della domanda aggregata si sta allineando al tasso di crescita della produttivita’ economica americana – si legge nel documento che accompagna la decisione della Fed – La crescita della produttivita’ ha avuto un effetto positivo sul tasso di crescita economica mantenendo bassi i costi e contenendo la pressione sui prezzi”.

Negli ultimi 12 mesi, l’indice dei prezzi al consumo depurato dalle componenti volatili e’ cresciuto solo del 2,4%, ben al di sotto del livello di guardia della Federal Reserve del 3%.