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TASSI: DIVARICAZIONE TRA USA E EUROPA

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell’allegato n.3 al
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di WSI.

(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i dati peggiori delle attese sui prezzi al consumo di giugno hanno determinato un rialzo dei tassi di mercato che ha interessato tutta la curva e che ha ridotto il differenziale sul 2-10 anni a 2 pb. I rinnovati timori d’inflazione hanno favorito i paesi core a scapito di quelli periferici. Lo spread sul decennale Italia-Germania si è portato a 62 pb e quello fra Grecia-Germania a 67 pb.

Il dato sull’inflazione dell’intera area ha registrato un incremento del 4% e non è escluso che nel mese di agosto venga superata questa soglia. Allo stesso modo il dato italiano ha registrato il massimo dal 1996 al 3,8%, risentendo dei rincari dei prezzi energetici ed alimentari. Dopo questi dati sarà interessante seguire la conferenza stampa di Trichet successiva alla riunione, soprattutto dopo che diversi membri hanno allontanato l’ipotesi di una serie di rialzi dopo quello atteso il prossimo giovedì.

Ricordiamo che il mercato al momento sconta due rialzi entro fine anno. I dati sui prezzi al consumo ha impatto pesantemente sulle breakeven inflation dei linkers con rialzi superiori ai 10pb sul comparto fino a 5 anni.

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Ricordiamo inoltre che da oggi inizia il semestre di presidenza francese dell’Ue. Sul decennale il supporto passa a 4,56%. Negli Usa tassi di mercato in lieve rialzo pur continuando a stazionare sul comparto decennale al di sotto del 4%. Continua ad ampliarsi il differenziale tra tassi decennali statunitensi e quelli dell’area Euro (tassi Usa inferiori a quelli Euro), arrivato ora ai minimi dalla fine del 2002. Tale andamento riflette verosimilmente i timori degli operatori su possibili ulteriori notizie negative sul fronte delle svalutazioni del settore bancario Usa, che ieri ha impattato negativamente sulla performance degli indici azionari.

In particolare Lehman ha perso circa l’11% su voci di imminente acquisizione a valori inferiori a quelli di mercato. La banca Usa al momento capitalizza circa 14Mld$. L’attenzione si concentra sui titoli aventi come sottostanti non solo mutui subprime ma anche Alt-A, come evidenziato ieri dagli analisti di JPMorgan. Ieri la Banca dei Regolamenti Internazionale, nel suo report annuale ha dichiarato di attendersi un periodo di rallentamento della crescita globale piuttosto lungo, senza escludere la possibilità che alla fine di tale lasso di tempo si possa arrivare addirittura ad una fase deflattiva.

Nel frattempo le spinte inflattive potrebbero continuare ancora per tutto il 2009 comportando la necessità di rialzi dei tassi generalizzati. Nel breve ribadiamo il supporto settimanale sul decennale a 3,85%.

Valute: Dollaro in deprezzamento vs. Euro sulla scia dei citati timori inerenti il comparto finanziario. Il cross ha così nuovamente raggiunto la parte alta del range 1,5350-1,5850 in cui sta oscillando dalla fine di maggio. Nel breve rimane confermata la resistenza a 1,5835/50. Lo Yen prosegue la fase di apprezzamento vs Euro raggiungendo il supporto collocato in area 166,30-50. Il livello rilevante successivo si colloca a 165.


Verso Dollaro il cross è rimbalzato dopo aver raggiunto il supporto 105. Tale livello è la soglia più importante da monitorare nel breve termine. Nel frattempo in Giappone durante la notte il Tankan report trimestrale ha evidenziato un calo della fiducia delle principali imprese giapponesi scesa ai minimi degli ultimi 4 anni. Il dato segnala la possibilità di un rallentamento dell’economia nei prossimi mesi.

Materie prime: prosegue la marcia del greggio Wti che ha messo a segno un nuovo record a 143,67$/barile spinto dalle preoccupazioni che l’Iran, secondo produttore dell’Opec, possa essere oggetto di un attacco militare. Lievi ribassi tra i metalli industriali. In calo anche i preziosi penalizzati dall’apprezzamento del Dollaro. Tra gli agricoli forte rialzo dello zucchero (+5,8%). Bene anche la soia (+1,5%). Marcati ribassi per il mais (-4%) ed il grano (-5,8%) dopo che il report dell’Usda ha evidenziato un rialzo della quantità seminata superiore alle attese.

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