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TASSI: APPIATTIMENTO DELLA CURVA, PEGGIORANO I PAESI PERIFERICI

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi ulteriormente sul tratto decennale, mentre sono rimasti pressoché stabili sul due anni, comportando un appiattimento della curva. Continuano ad essere penalizzati i paesi periferici.

Ieri la riunione dei ministri finanziari si è conclusa senza un’intesa sul pacchetto di misure per rilanciare l’economia dell’area, sebbene i paesi siano rimasti tutti d’accordo sulle norme relative alla disciplina di bilancio. L’Ecofin inoltre ha deciso di aumentare il capitale della Bei di 67 Mld€ accogliendo con favore i progressi sullo studio del fondo equity per le infrastrutture. Intanto in Gran Bretagna, secondo quanto riportato da Wsj, è aumentato il numero di consumatori insolventi che nel terzo trimestre è cresciuto dell’8,8% t/t.

In base ad un recente sondaggio un consumatore su sei non è in grado di pagare i suoi debiti e questo evidenzia sempre di più la profonda crisi economica del paese ed unito al rallentamento dell’inflazione conferma l’attesa di tagli aggressivi da parte della BoE. Gli operatori oltre ai dati sui Pmi servizi di novembre di oggi, resteranno in attesa della riunione della Bce di domani che vede il mercato concorde su un taglio da 75 pb.

Il supporto sul decennale resta a 3%. Negli Usa tassi di mercato in calo ancora una volta soprattutto sul comparto decennale. Dopo l’annuncio di Bernanke sulla possibilità di implementare un piano di acquisto di Treasury a lungo termine da parte della Fed, emergono anche voci discordanti all’interno della Fed stessa. E’ il caso ad esempio di Bullard, presidente della Fed di St. Louis, secondo cui la deflazione non sarebbe una minaccia incombente.

Inoltre lo stesso esponente ha dichiarato che portare i tassi di interessi prossimi allo zero potrebbe generare una sorta di profezia in grado di autoavverarsi in tema di deflazione. Bullard ha infine affermato di attendersi uno scenario di rapida ripresa dei consumi nella seconda parte dell’anno, evidenziando come segnali positivi il favorevole andamento delle vendite al dettaglio nel week end del Thanksgiving.

Sul fronte societario, le tre case automobilistiche Usa hanno presentato un piano di richieste di aiuti statali per 34Mld$. In particolare la situazione di maggiore difficoltà è emersa da parte di GM e Chrysler, che hanno richiesto una parte dei fondi già entro la fine di dicembre. GM inoltre ha dichiarato che comincerà un giro di consultazioni con i detentori di titoli obbligazionari per chiederne la conversione in azioni. Allo stesso modo, il fondo di private equity Cerberus che controlla Chrysler si è detto disponibile a convertire il proprio debito in azioni.

Infine, secondo quanto riportato dal Wsj, Paulson starebbe prendendo in esame l’ipotesi di chiedere la prossima settimana al Congresso la possibilità di utilizzare la seconda tranche (350Mld$) del fondo Tarp. In questo contesto è lecito attendersi livelli dei tassi decennali tendenzialmente contenuti, almeno fino a quando il prossimo 16 dicembre la Fed renderà eventualmente note le intenzioni di attuazione del piano di acquisto di Treasury.

Valute: Dollaro in deprezzamento verso Euro, continuando a seguire ancora una volta la direzione impressa dai mercati azionari. Il cross rimane pertanto a metà del trading range (1,23-1,3080) dell’ultimo mese. La prosecuzione eventuale del recupero dei listini azionari potrebbe comportare la rottura della parte alta di tale range nel qual caso il livello successivo sarebbe collocato intorno ad 1,33.

Lieve deprezzamento per lo Yen dopo il marcato apprezzamento dello scorso lunedì. Verso Euro il supporto di breve periodo continua a collocarsi a 116,44. La resistenza oggi passa da 121,25. Lo Yuan cinese continua a rimanere prossimo ai minimi da oltre cinque mesi vs Dollaro. Il fondo sovranazionale (CIC) ha annunciato di non avere intenzione di investire ulteriormente in istituzioni finanziarie straniere a breve dopo che gli investimenti in Morgan Stanley e Blackstone hanno dato perdite per circa 6 Mld$.

Materie prime: ancora vendite sul greggio Wti calato ai minimi da oltre 3 anni in prossimità dei 47$/barile su timori di domanda futura in calo. I prezzi sono penalizzati dalla notizia che finora i membri Opec hanno tagliato solamente 800.000-1,2Mln barili/giorno anziché 1,5Mln come annunciato ad ottobre. In calo anche i metalli industriali anche se in misura minore. Il peggiore è stato il nichel (-3,1%). In controtendenza i preziosi guidati dall’argento (+2,6%). Intorno alla parità gli agricoli, ad eccezione della soia (-2,2%).

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