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Tagli alla Difesa obbligati: la crisi colpisce anche il Pentagono

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New York – Anche i militari dovranno stringere la cinghia. Qualche giorno fa il Pentagono ha presentato un piano di bilancio 2013 che mira a ridurre le dimensioni delle forze armate statunitensi. Dovranno essere tagliate di quasi 100.000 unità le truppe di terra. Saranno messe in naftalina le navi e gli squadroni aerei. L’obiettivo è di quelli ambiziosi: ridurre la spesa militare di 487 miliardi dollari nei prossimi dieci anni.

Una notizia che ha messo in subbuglio il Dipartimento della Difesa americana: per la prima volta nella storia dai tempi della Guerra Fredda potrebbe dover forzare i suoi soldati o marines a uscire dall’esercito per realizzare quelle riduzioni di spesa inserite nella proposta di bilancio.

Adesso che l’emergenza in Afghanistan è destinata a rientrare nei prossimi tre anni, il presidente Barack Obama ha dettato le nuove regole del gioco. Nel dettaglio saranno eliminati 67.100 soldati dell’esercito nei prossimi cinque anni a partire dal primo ottobre e 15.200 del corpo dei marines. Sarebbero la Marina e l’Air Force a perdere il numero maggiore, 8.600 e 1.700 rispettivamente, a causa del ridimensionamento strategico nella regione dell’Asia-Pacifico e del Medio Oriente.

L’esercito degli Stati Uniti d’America come qualsiasi altra azienda offrirà bonus per incentivare i militari a riporre armi e divise. I Repubblicani hanno già lanciato il guanto di sfida al Congresso, non nascondendo la loro contrarietà alla proposta di budget fiscale 2013.

Il Pentagono spende 181 miliardi di dollari l’anno, quasi un terzo del bilancio di base, per i costi del personale militare.