Società

Coronavirus, in un libro del 2008 spunta la “profezia” sull’emergenza sanitaria globale

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Al presentarsi di grossi eventi traumatici, sia l’attuale pandemia di coronavirus o l’attacco alle Torri Gemelle, alle teorie del complotto si accompagna spesso la caccia alla profezia. Questa volta, però, i protagonisti non sono i più noti Malachia o Nostradamus, bensì una scrittrice e sensitiva americana, Sylvia Browne, scomparsa nel 2013.

Il libro contenente la profezia che nei giorni scorsi è circolata prima sui gruppi Whatsapp, poi sugli organi di stampa, è “End of Days. Predictions and Prophecies About the End of the World”, datato 2008 e pubblicato in Italia da Mondadori con il titolo Profezie.

Il testo della “profezia”

“Entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a seguito di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura”, scriveva la Browne. “Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto sembrerà scomparire completamente per altri 10 anni, rendendo ancora più difficile scoprire la sua causa e la sua cura”.
Date le non poche analogie con la comparsa del Covid-19, il successo della “profezia” non poteva che essere assicurato.

 

 

A dimostrazione del fatto che, per quanto affascinanti, le profezie hanno ben poco di preciso va aggiunto che nella stessa pagina del libro della Browne, in edizione originale, è contenuta un’altra profezia di tipo sanitario del tutto sbagliata. Si fa riferimento a una malattia batterica proveniente da uccelli esotici, che nel 2010 avrebbe avviato infezioni “simili a quelle dei funghi” resistenti ai trattamenti antibiotici. Come evidente, nulla di tutto questo si è verificato.

 

A ben vedere la stessa idea di un epidemia “simile alla polmonite” non è particolarmente originale per l’epoca in cui la previsione venne formulata, nel 2008.
Appena cinque anni prima la SARS esplosa in Cina aveva fatto scattare provvedimenti di sicurezza analoghi a quelli attuali: mascherine, guanti di gomma. Non a caso, il virus SARS-Cov-2, con il quale il mondo fa i conti oggi, fa parte della stessa famiglia di quello esploso nel 2003.