FRANCOFORTE (WSI) – La Bce va presa alla lettera quando dice che è aperta a fare ricorso a “un menu completo di strumenti di politica monetaria” per scongiurare la deflazione e rilanciare la crescita dell’area euro. Compresa l’ipotesi di acquistare non solo bond governativi, ma anche titoli azionari.
Lo sostiene RBS, che in un’analisi tra gli asset finanziari papabili cita anche crediti non finanziari, prestiti e persino debiti locali, come i bond emessi dalle amministrazioni provinciali e regionali per finanziare progetti municipali.
“Il parco di titoli obbligazionari che la Bce può comprare raddoppierebbe e l’ampiezza del programma di allentamento monetario si amplierebbe a quasi 19 mila miliardi di euro”.
“Aggiungere società statali o utilities è un passo logico, ma non darebbe alla Bce molto spazio in più di manovra”, secondo la banca scozzese. Pertanto Draghi “potrebbe decidere di spingersi oltre e comprare anche bond aziendali non finanziari (per un valore pari a 893 miliardi di euro) che hanno un rating di BBB o superiore, tra cui bond in euro emessi da entità che non appartengono all’area della moneta unica (€687 miliardi se si escludono gli emittenti che non fanno parte dell’Eurozona)”.
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Ma è aggiungendo titoli azionari che il programma monetario espansivo raggiungerebbe una portata eccezionale, dal momento che offrirebbe 7 mila miliardi di euro in più di strumenti acquistabili.
L’ultima freccia nell’arco di Supermario Draghi per ottenere un risultato positivo al livello dell’economia reale, sarebbe quella di comprare direttamente crediti dalle banche, anche perché finora il piano di acquisto di ABS (asset-backed securities) non ha funzionato come le autorità speravano.
(DaC)