Economia

Superbonus e bonus edilizi: addio alle cessioni del credito e allo sconto in fattura

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Addio alle cessioni dei crediti derivanti dai vari bonus edilizia. Comprese anche quelle relative al Superbonus. Il Governo ha deciso per un importante e definitivo giro di vite legato alle agevolazioni fiscali per i contribuenti, che intendono effettuare dei lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento dei propri immobili.

La novità, che andrà a intaccare principalmente il superbonus, è presente all’interno del Decreto in materia di crediti fiscali, che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e, dopo la pubblicazione lampo sulla Gazzetta Ufficiale, adesso è arrivato all’esame della Camera.

Superbonus e bonus edilizi: stop alla cessione dei crediti

L’esecutivo ha lavorato su tre linee per arrivare a correggere definitivamente le norme relative alla cessione dei crediti. La prima e senza dubbio più importante – è quella sicuramente più clamorosa – è prevista dal Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023: mette la parola fine a tutte le cessioni di bonus fiscali. Questo significa, in estrema sintesi, che il governo ha deciso di disattivare definitivamente le norme che stanno regolamentando le cessioni e che sono contenute all’interno dell’articolo 121 del Decreto Rilancio. Fortunatamente, da questa novità, sono esclusi gli interventi che sono già stati avviati.

Importante anche la seconda linea di intervento intrapresa dal governo, che ha deciso di bloccare sul nascere tutte le operazioni di acquisto dei crediti derivanti dal superbonus e dagli lavori di ristrutturazione edilizia da parte delle Regioni e degli altri enti pubblici. Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che, in un modo o nell’altro, rientrano nel cosiddetto perimetro della Pubblica Amministrazione, non potranno acquistare crediti fiscali che derivano da eventuali lavori di ristrutturazione.

Tra l’altro, queste particolari operazioni di acquisto, potrebbero essere contabilizzate come indebitamento, solo in forme particolarmente limitate. Questa mossa ha bloccato sul nascere alcune iniziative, tra le quali vi rientra quella della Provincia di Treviso, che aveva intenzione di acquistare da due banche crediti per 14,5 milioni di euro. E quella che voleva portare a termine la Regione Sardegna, che all’interno della propria Legge di Stabilità aveva approvato una norma per acquistare dei crediti.

Responsabilità limitate da parte dei fornitori

Passiamo alla terza linea di intervento, che coinvolge direttamente il superbonus e gli altri bonus edilizi. L’esecutivo ha ripreso direttamente la circolare n.33/e del 2022 dell’Agenzia delle Entrate, con la quale si era provveduto a limitare le responsabilità dei fornitori, che hanno applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti. L’intervento esclude il comportamento negligente, nel momento in cui questi soggetti hanno acquistato dei crediti ed abbiano acquisito anche una serie di documenti che documentino l’attività:

  • titoli edilizi:
  • notifica alla Asl;
  • prove foto e video dell’esecuzione dei lavori;
  • visure catastali;
  • visti;
  • asseverazioni.

L’esclusione coinvolge anche i correntisti, che acquistano dalle banche. Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, spiega che il decreto legge sulla cessione dei crediti derivanti da incentivi fiscali ha “un duplice obiettivo: cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici. Comprendo la posizione delle imprese ma mi permetto di citare una persona di cui ho molta stima e con cui ho fatto il ministro, che disse che il problema non è il superbonus ma sono i meccanismi di cessione disegnati senza discrimine e discernimento. Vorrei puntualizzare che non tocchiamo il Superbonus, interveniamo sulla cessione dei crediti d’imposta che ammontano direi a 110 miliardi, questo è l’ordine di grandezza che deve essere gestito, l’obiettivo è dare la possibilità di gestirlo”.