Economia

Superbonus 110%, tutte le modifiche del decreto Omnibus

Non c’è pace per il Superbonus 110%, e nemmeno per chi cerca di accedervi nonostante il caos dei crediti e delle nuove normative. Qualche novità di un certo rilievo è arrivata di recente con l’approvazione del decreto Omnibus, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 10 agosto 2023. Con esso, il Superbonus 110% è stato finalmente prorogato, anche se solo nei confronti di una platea selezionata.

Ma oltre alla conferma delle proroghe, il decreto Omnibus mette il punto anche su diverse questioni annose, come le nuove percentuali in vigore nei prossimi anni, l’accesso alle forme agevolate dei bonus edilizi per le famiglie incapienti, e la remissione in bonis. Tutte situazioni che sono state confermate anche grazie alla ripartenza da parte di istituti bancari e intermediari nell’accettazione dei crediti in cessione, tra cui il gruppo Poste Italiane.

Superbonus 110% prorogato ma con molti limiti

Come stabilito dal decreto Omnibus, chi è in regola con i lavori relativi al Superbonus 110% potrà vedersi prorogato il termine di scadenza direttamente al 31 dicembre 2023. Ma il decreto pone tre condizionalità per l’accesso alla nuova scadenza:

  • gli interventi dovranno essere già arrivati al 30% entro il 30 settembre 2022;
  • la nuova scadenza riguarda solo gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti e autonome.

Altrimenti, per avere il 110% devono essere stati effettuati dei lavori inerenti alla demolizione e ricostruzione degli edifici. Nel caso dei condomini minimi, ovvero le case familiari con più di 2 unità immobiliari ma meno di 4, varranno le attuali disposizioni per condomini o appartamenti vincolati a complessi residenziali. Ovvero che si potrà tenere il 110% solo se delibera condominiale e CILAS sono rientrati nelle seguenti scadenze:

  • delibera entro il 24 novembre 2022, con CILAS presentata entro il 25 novembre.
  • delibera entro il 18 dicembre 2022, con CILAS presentata entro il 31 dicembre.

Negli altri casi, dopo il 31 dicembre 2022 scatta la nuova percentuale per tutti al 90%. Ma nella modifica apportata al Decreto Omnibus, tale percentuale scatta solo se il reddito familiare non è superiore a 15mila euro e solo se l’unifamiliare è destinata ad abitazione principale. Altrimenti per le unifamiliari non sarà più possibile accedere al Superbonus.

Superbonus 110%, una soluzione per remissione in bonis

Sulla questione della cessione del credito, il decreto Omnibus concede ai casi di inutilizzo una nuova modalità di recupero. Nel caso in cui il contribuente sia risultato incapiente, e non abbia potuto utilizzare i crediti ceduti, dovrà solo informare l‘Agenzia delle entrate tramite apposita comunicazione. Avrà tempo fino al 1° dicembre 2023 per provvedere all’informativa, dopodiché verrà sanzionato fino a 100 euro. Il procedimento prevede che tale comunicazione venga fatta però entro 30 giorni da quando il contribuente viene a conoscenza della non utilizzabilità del credito. Nel caso in cui l’evento precede il 1° dicembre, si avrà diritto ad una proroga, con termine di scadenza il 2 gennaio 2024.

Altro nodo cruciale per il Superbonus è stata anche la remissione in bonis, prevista per chi ha omesso l’opzione della cessione del credito nelle spese del 2022 già col decreto Cessioni. Come dice il termine, si potrà “rimettere” il credito, se si procede a presentare istanza all’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre 2023. Ma per accedere alla remissione in bonis, il credito dovrà essere stato ceduto ad un soggetto qualificato, ovvero:

  • istituto bancario,
  • intermediario finanziario,
  • società assicurativa.

Non si potrà però fare richiesta della remissione in bonis senza prima aver provveduto al pagamento di una sanzione fissa di 250 euro. Inoltre, alla presentazione della domanda il contratto di cessione non deve risultare concluso al 31 marzo 2023, termine di scadenza per l’invio delle comunicazioni ordinarie sulla modalità di fruizione del Superbonus 110%.

Poste Italiane riapre alle cessioni del credito

Sul piano pratico della cessione del credito, molti istituti bancari e imprese edili hanno temuto il peggio in merito alla sorte dei famosi 30 miliardi di crediti congelati. In effetti, per quanto il Governo abbia sperato nella mossa della SACE, stando al Corsera il gruppo assicurativo-finanziario ha detto no al finanziamento garantito per valorizzare i crediti fiscali da Superbonus.

Di contro, una buona notizia da parte del Gruppo Poste Italiane, che ha annunciato la riapertura del servizio di acquisto dei crediti d’imposta a partire dai primi giorni di ottobre. Ma riguarderà soltanto le persone fisiche, e sarà limitata alle cosiddette prime cessioni per un ammontare massimo di 50mila euro. Una mossa molto oculata, dal momento che negli anni precedenti il gruppo Poste Italiane aveva comprato crediti 10 miliardi, al punto da richiederne il blocco delle cessioni. Ora rientra tra i primi creditori del Superbonus 110%, che ad oggi vanta oltre un costo per lo Stato pari a 97 miliardi di euro, secondo uno studio condotto dalla Fondazione Nazionale dei commercialisti (FNC).