Società

SULLE TRACCE DEL RIMBALZO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La discesa delle borse a questa tornata sembra non aver voglia di fermarsi troppo presto. Tuttavia la storia insegna che il rimbalzo prima o poi arriva sempre. Anche gli ultimi 18 mesi, particolarmente avari di soddisfazioni per chi aveva azioni in portafoglio, ha alternato pesanti discese a consistenti recuperi.

Allora quando arrivera’ questa volta l’atteso colpo di reni e, soprattutto, cosa si puo’ fare per ricavarne il massimo?

L’S&P500 non mette a segno un rialzo consistente (+3,68%) dal 5 di luglio, giorno in cui ha aperto a 953,99 punti e chiuso a 989,07. Da quel momento la discesa e’ stata pressoche’ continua. Il 23 luglio lo stesso indice ha chiuso a 797,70 con un –19,35% rispetto a quella chiusura.

Cominciamo dai segni che normalmente annunciano una prossima inversione di tendenza.

La volatilita’
Il VIX (VIX – CBOE), l’indice che misura la volatilita’ sulle opzioni dell’S&P100 e’ ai massimi dal 21 settembre del 2001 sopra quota 50. Il VIX e’ una misura della volatilita’ implicita’ e questa tende a salire quando gli indici scendono pesantemente ma nel lungo periodo tende a convergere verso la propria media. Per questo motivo e’ considerato un “contrarian indicator”, un segnale ceoe’ che un’inversione di tendenza e’ alle porte.

I volumi
Le ultime sessioni sono state caratterizzate da volumi molto superiori alla media. Un segnale che viene normalmente identificato come foriero di un possibile rimbalzo. Da notare che a grossi volumi di contrattazioni non sono corrisposti almeno nella sessione di martedi’ 23 luglio posizioni di vendita allo scoperto altrettanto consistenti.

La spiegazione secondo alcuni e’ che il mercato dopo essere stato in mano a speculatori che entrano ed escono dal mercato in continuazione, al momento e’ oggetto di vendite da parte di fondi che detengono le stesse posizioni lunghe da molti anni. L’impressione pare confermata dal dato sulla liquidita’ in uscita dai fondi pensione americani che nella settimana terminata il 17 luglio ha toccato la cifra di $10,7 miliardi, la seconda piu’ alta di sempre.

Secondo molti analisti questo sarebbe il tanto atteso sell-off che precede una fase di inversione.

I modelli di valutazione dei prezzi delle azioni
Mentre gli analisti tecnici sono per lo piu’ pessimisti dato che molti dei supporti sono stati sfondati al ribasso, i fondamentalisti cominciano a considerare attraenti gli attuali prezzi di borsa.

Considerando il modello di valutazione utilizzato dalla Fed che confronta il tasso di rendimento medio dell’S&P500 con quello sui Treasury a 10 anni, la sottovalutazione delle azioni sarebbe superiore al 35%. Un valore che non si registrava dalla fine degli anni ’70.

Il sentiment
Le aspettative degli investitori sono state raramente cosi’ ribassiste. Per trovarne conferma basta dare un’occhiata alle analisi delle banche d’affari o agli articoli pubblicati dai giornali finanziari. A parte qualche voce fuori dal coro si assiste ad un vero e proprio campo di desolazione.

Anche questo in genere viene considerato un segnale di inversione. Tra le battute che si sentono recitare dagli ultimi irriducibili ottimisti, citiamo: “Quando anche Maria Bartiromo (nota giornalista della CNBC) consiglia di vendere azioni allo scoperto, la svolta non puo’ essere lontana”.

Veniamo ora alla seconda parte della domanda. Posto che prima o poi il rimbalzo arrivera’, cosa si puo’ fare per cavalcarlo al massimo delle sue possibilita’?

Difficile trovare una risposta univoca a questo quesito. In parte dipende dalla propensione al rischio dell’investitore e in parte da quello del rimabalzo. Tra le possibilita’ ci sono quella di acquistare azioni oppure rivolgersi a strumenti derivati. Future o opzioni.

In particolare quest’ultimo strumento e’ uno di quelli preferiti dai piccoli investitori, dato che permette un buon effetto leva (piccolo investimento a fronte di grosse possibilita’ di guadagno) e un rischio alle attuali quotazioni di mercato relativamente limitato.

La scelta puo’ senz’altro rivelarsi vincente, tuttavia e’ necessario non dimenticare che questi strumenti non sono solo influenzati da un movimento del prezzo del sottostante.

L’opzione call (acquisto del diritto di comprare ad una certa data o entro una certa data ad un prezzo prefissato una data attivita’) tende ad apprezzarsi quando i prezzi dello strumento a cui e’ legata sale.

Altri elementi influenzano il prezzo di un’opzione call. Tra questi vale la pena ricordare in queste condizioni di mercato:

  • se il mercato dovesse rimbalzare senza troppo vigore la volatilita’ tendera’ a diminuire penalizzando il prezzo delle opzioni sia put che call.
  • se le aziende dovessero cambiare la loro politica sui dividendi, aumentando inspettatamente la quota di utili distribuita, le opzioni call su quei titoli ne risentiranno negativamente.

Attenzione quindi. Un rimbalzo prima o poi arrivera’ senz’altro. Ma per capire come avvantaggiarsene non bisogna dimenticare che e’ necessario capire l’entita’, la durata e le condizioni in cui questo avverra’.