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Strong buy sull’euro: solo nel breve termine? Rimanete in allerta

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Legnano – Strong buy di euro questa notte, in concomitanza di una forte salita delle borse asiatiche, in seguito alle parole che arrivano dall’Unione Europea, che sembra aver escluso categoricamente ed una volta per tutte la possibilità che il debito greco venga ristrutturato completamente.

Ieri il primo ministro lussemburghese Junker ha dichiarato infatti che i leader europei prenderanno delle decisioni circa un nuovo pacchetto di aiuti (che dovrebbe arrivare ad un ammontare di oltre 60 miliardi di euro), il tutto entro la fine del mese di giugno.

Questi commenti hanno indirizzato in maniera chiara il sentiment di mercato, portando l’euro a toccare quota 44 figura nella notte contro il dollaro americano e facendolo salire un po’ contro tutto (eccezion fatta per il dollaro canadese, dove i buoni dati di ieri sul Pil, in crescita di 0.2 punti percentuali rispetto alle attese di +2.6%, hanno spinto a rialzo la valuta domestica).

La reazione dei prezzi ci fa capire come il mercato stia dando fiducia alla moneta unica, andando a premiare una decisione che vuole evitare il default della Grecia.

Sembra che nemmeno l’idea di una ristrutturazione parziale del debito stia sfiorando la mente dell’Unione Europea, in quanto l’esposizione verso privati, ma soprattutto verso banche estere e governi metterebbe in difficoltà diversi istituti che dovrebbero portare a bilancio delle perdite per miliardi di euro.

Così invece cosa succede? In soldoni, si presta ulteriore denaro alla Grecia, la quale lo utilizzerà per ripagare le scadenze più vicine e nel frattempo dovrebbe mettere in atto delle misure di austerity in grado di ridurre il rapporto deficit/pil ed in grado di far ripartire il Paese, che piano piano si sistemerebbe. Questa descrizione molto semplice dello scenario futuro, dovrebbe farci riflettere sulla effettiva possibilità che questi ingranaggi riescano a girare tutti assieme, bene oliati tra di loro, il tutto inquadrato in un’economia globale che tarda a ripartire e che non sembra essere pronta a farlo a breve.

Questo sta a significare che, a nostro parere, le probabilità che la Grecia si trovi in difficoltà per i prossimi anni, è davvero elevata, ed il fatto che il mercato stia dando supporto alla moneta unica è da considerare di breve termine, in quanto è troppo presto per capire quali possano essere le sorti della moneta unica, soprattutto contro il dollaro che, come sappiamo, non è messo molto bene in prospettiva, a causa soprattutto del QE e della situazione del mercato del lavoro.

Cavalcare l’entusiasmo e l’appetito per il rischio che si verificano nel breve termine è la chiave di volta per non rimanere invischiati in posizioni contro mercato, che molti trader, visti i prezzi, hanno cominciato ad aprire in ottica di medio periodo.

Incominciamo la consueta sezione di analisi tecnica su valute partendo dall’eurodollaro che, a distanza di tre settimane, sembra stia fornendo segnali distensivi. Parliamo ovviamente del superamento, avvenuto ieri in serata, di quell’area di resistenza che è possibile individuare a 1.43-1.4340: in questo caso, come sempre avviene, ciò che abbiamo considerato forte resistenza, una volta rotto, può essere utilizzato come supporto.

Trovata con facilità la zona di supporto per le prossime ore, concentriamoci verso la parte alta, sui potenziali obiettivi. Il movimento di rottura di ieri ha infatti dato un primo, forte, segnale di una possibile ripresa della tendenza favorevole alla moneta unica (rimanendo ferme le pedine macroeconomiche). Avendo utilizzato il primo livello di Fibonacci con successo, a 1.4340, possiamo per l’immediato andare a considerare il secondo livello (il 50%) del movimento in discesa compreso fra 1.4940 a 1.3975, trovando così 1.4450.

Poco al di sotto di questo vediamo graficamente la quasi coincidenza di due picchi di massimo, per cui diremmo che il possibile punto di arrivo si trova ora a 1.4430-50: rotto anche questo aspettiamo l’arrivo all’ultimo 1.4570 (61.8%) e se anche questo dovesse essere oltrepassato potremmo rivedere i prezzi dell’eurodollaro abbandonati ad inizio maggio.

Il dollaro ha perso terreno contro euro nella notte ma è stato comunque in grado di risollevarsi dal calo degli ultimi giorni contro yen. Il cambio infatti, dopo essersi mosso sino a sfiorare il supporto di breve a 80.60, ha ripreso il percorso rialzista di poco più di mezza figura portando i prezzi vicini all’area di resistenza di 81.30.

I 70 pips di range appena descritti sembra possano essere i più interessanti da utilizzare nelle prossime ore. Una rottura di uno dei due livelli indicherà la direzione nel breve periodo.
Il cambio EurJpy ha beneficiato maggiormente della salita dell’euro andando a rompere con decisione il livello di resistenza statica indicato a 116.15.

Questo ha avvicinato nelle ultime ore i prezzi all’altro livello di resistenza chiave, posto a 117.15, quindi una figura esatta oltre il punto di rottura, anche se la teoria in questo caso indicherebbe un punto obiettivo a 117.80, esattamente 160 punti oltre il livello rotto ieri (questo poiché la figura a rettangolo evidenziata porterebbe in dote un target che si trova sulla proiezione dell’ampiezza oltre la rottura appunto).

La sterlina ha compiuto certamente meno strada rispetto all’euro, anche se in questo caso contro il dollaro, è stato dato un segnale molto chiaro, e potenzialmente forte. Siamo giunti infatti con i prezzi oltre la resistenza di 1.65-1.6510. In questo caso una conferma nelle prossime ore di permanenza oltre questo livello potrebbe condurre “all’attacco finale” al punto di partenza del movimento in calo di inizio maggio, sopra 1.67.

Vediamo ora il cambio EurGbp, con la conferma nella notte di quanto il livello dinamico posizionato nei pressi di 0.8715 sia interessante. Non dimentichiamo che qui transita la tendenza negativa messa in mostra dal cambio nell’ultimo mese e da questo dipende una ripresa della moneta unica.

Chiudiamo con un aggiornamento sul franco, poiché abbiamo notato un lieve ripiegamento nei confronti della moneta unica e del dollaro.

Il cambio EurChf dal nuovo minimo di ieri a 1.2340 ha messo a segno un recupero di una figura esatta andando così a trovarsi sulla resistenza di breve più interessante. Non dimentichiamo che però non ci si potrà abbandonare ad entusiasmi da ripresa almeno sino ad un ritorno astabile al di sopra di 1.25.

Il cambio UsdChf ha anch’esso mostrato un ritorno a livelli visti i giorni scorsi, seppur la risalita dal nuovo minimo a 0.8465 sia stata di minor entità. Ciononostante questo ha permesso ai prezzi di affacciarsi verso 0.8530, che nell’immediato sembra essere una forte resistenza statica. In questo caso i facili entusiasmi devono essere raffreddati almeno sino a 0.87.

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