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Stress test, Credit Suisse “rimandata” a ottobre dalla Fed

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Cartellino rosso per Credit Suisse, unica tra le 18 maggiori banche, a non aver superato il secondo e ultimo round degli stress test della Federal Reserve per il 2019. La divisione statunitense dell’istituto svizzero è ora chiamata a risolvere entro il prossimo 27 ottobre alcune debolezze trovate nella sua pianificazione dei capitali. Fino a quando non risolverà i dubbi della Fed, la distribuzione di capitali agli azionisti da parte del gruppo svizzero dovrà restare ai livelli del 2018.

E’ quanto emerso dal cosiddetto Comprehensive Capital Analysis and Review, in base al quale i livelli di capitali dei gruppi sono “forti e virtualmente tutti” rispettano le attese dell’istituzione guidata da Jerome Powell. Di conseguenza, possono distribuire dividendi e riacquistare titoli propri come pianificato.

Subito dopo la distribuzione dei risultati degli stress test, le banche hanno annunciato come intendono premiare i soci.

Citigroup, per esempio, aumenterà la cedola a 51 da 45 centesimi per titolo ed effettuerà un buyback di 21,5 miliardi nel corso di un anno. Morgan Stanley ha alzato il dividendo a 35 da 30 centesimi per titolo e il buyback a 6 da 4,7 miliardi. JPMorgan ha autorizzato riacquisti di titoli propri fino a 29,4 miliardi tra il prossimo primo luglio e il 30 giugno del 2020; la cedola sale di 10 centesimi a 90 centesimi per azione.

Deutsche Bank Usa ha superato positivamente gli stress test della FED
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