Economia

Stanze fuori sede, l’aumento dei prezzi non si placa. La classifica delle città più care

A breve avrà inizio il nuovo anno accademico. Come ogni anno ricomincia la corsa degli studenti fuori sede alle stanze. Quest’anno universitari e lavoratori si troveranno ad affrontare dei pesanti rincari dei prezzi, anche se gli aumenti non caratterizzeranno tutte le città. Da settembre, però, chi cerca una stanza avrà a disposizione un’offerta di mercato leggermente più ampia, dato che il mercato immobiliare si è adeguato ed è aumentata questa tipologia di alloggi (+34% per le singole).

A scattare una fotografia del mercato è l’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, che ha messo in evidenza come sia aumentata l’offerta principalmente nei centri satellite, come Brescia (+75%), Latina (+68%), Bergamo (+49%), che stanno cercando di proporsi come una valida alternativa ai poli di maggiori dimensioni, anche grazie alla presenza di collegamenti comodi e rapidi con la grande città. Ma soprattutto grazie anche ad un’offerta didattica molto simile.

Mercato immobiliare: l’offerta delle stanze

Se l’offerta si amplia, la domanda continua a crescere. Ed è influenzata, principalmente, dalla lunga coda dei rientri post Covid. La richiesta delle stanze singole, rispetto al 2022, è cresciuta del 27%.

Sicuramente tutti gli occhi sono puntati su Milano. Nel capoluogo lombardo è partita, infatti, la protesta delle tende poco prima dell’estate. Per la prima volta si registra una frenata sui rincari. Il mercato immobiliare di Milano, comunque vada, continua ad essere il più caro: il costo medio delle stanze singole si attesta attorno ai 626 euro al mese, registrando uno sbiadito +1% rispetto allo scorso anno. A determinare questo modestissimo aumento è la crescita dell’offerta (+36%), mentre la domanda è cresciuta in maniera più contenuta (rispetto all’offerta): +15%.

A Roma cresce la domanda del 55% rispetto allo scorso anno. A condizionare la necessità di fermarsi in città è la mobilità difficile e il completamento del rientro in prossimità del luogo di studio dopo la pandemia. L’offerta cresce poco e viene assorbita immediatamente dal mercato. I costi per le stanze singole si aggirano intorno ai 463 euro al mese: si è arrestata la corsa.

Le città universitarie

Bologna, Padova e Venezia, tre città con una forte storia universitaria alle spalle, hanno visto aumentare l’offerta (+33%, +30% e +47% rispettivamente), anche se i comportamenti risultano essere diversi, almeno sul fronte della domanda. Questo ne condiziona, a livello locale, il canone delle stanze.

Bologna, con i suoi 482 euro al mese per la stanza, ancora in crescita (+8% verso un anno fa), mostra una diminuzione dell’interesse (-14%) con una domanda che continua a spostarsi nel primo hinterland. Padova registra invece ricerche in forte aumento (+87%) grazie anche alla riduzione di prezzo (-12%) legata all’ingresso di una nuova offerta. Venezia è comunque atipica per la sovrapposizione della domanda turistica di breve periodo: vede una crescita di prezzo del 10% pur registrando un minor incremento dell’interesse rispetto ad altre città (+25%).

I prezzi delle stanze singole

In cima al podio delle città dove le stanze singole costano di più rimane Milano, dove si arriva a pagare 626 euro. Roma è stata superata per la prima volta da Bologna, dove gli studenti arrivano a pagare 482 euro, contro i 463 della capitale.

Tra le altre città più care troviamo:

  • Firenze: 435 euro;
  • Modena: 412 euro;
  • Bergamo: 411 euro;
  • Padova: 404 euro;
  • Verona: 401 euro;
  • Venezia: 396 euro;
  • Brescia: 385 euro.

Come affermato da Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it:

L’attenzione degli ultimi mesi verso la tematica del caro affitto che ha coinvolto in maniera trasversale i principali poli universitari italiani, ha sortito l’effetto di risvegliare l’interesse dei piccoli proprietari verso un mercato, quello delle stanze, appunto, percepito come più redditizio, sicuro e reattivo rispetto a quello tradizionale. Nel lungo periodo vedremo anche i risultati degli investimenti previsti dal PNRR oppure nuove iniziative private di sviluppo per gli studentati, ma nel breve è la piccola proprietà ad aver compreso l’opportunità di proporre i suoi immobili in un’ottica di condivisione, raccogliendone i vantaggi. Questa crescita degli alloggi disponibili porterà a un miglior equilibrio tra domanda e offerta che, finalmente, darà un freno alla risalita dei canoni di locazione.

Portare in detrazione il canone di locazione

È bene ricordare che le spese sostenute per il canone di locazione degli studenti fuori sede possono essere portate in detrazione fiscale, fino ad un importo massimo pari a 2.633 euro. È possibile richiedere un rimborso pari al 19% della spesa sostenuta, che quindi è pari a 500 euro circa.

Per poter beneficiare del rimborso Irpef (lo possono chiedere i genitori dello studente universitario, nel caso in cui risulti essere a loro carico) è necessario compilare, nel Modello 730, il Rigo E8/E10, sezione I ed utilizzare il codice 18.

Non possono essere portati in detrazione le seguenti spese:

  • deposito cauzionale;
  • spese condominiali o di riscaldamento comprese nell’affitto;
  • il costo per l’agenzia immobiliare.

Il bonus affitto per gli studenti

Una particolare agevolazione è rivolta ai ragazzi under 31, che vivono in affitto. Si tratta del bonus affitto studenti, che è un’agevolazione fiscale che può oscillare da un minimo di 991,60 euro ad un massimo di 2.000 euro.

Questo contributo economico è destinato a tutti i giovani con meno di 31 anni, non solo agli studenti universitari. Anche se ad utilizzarlo di più sono proprio gli studenti fuori sede. È possibile ottenere il bonus affitto studenti 2023 quando si prende in affitto – con un regolare contratto – un’intera unità immobiliare o solo una parte dell’immobile (quindi una stanza).

Il contributo consiste in una detrazione fiscale che si ottiene presentando il Modello 730. Per poterla richiedere è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • età compresa tra i 20 e i 31 anni, non compiuti;
  • reddito complessivo non superiore a 15.493,71 euro;
  • avere un contratto regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate;
  • spostare la residenza all’indirizzo dell’immobile.

L’agevolazione consiste in un rimborso del 20% del canone di locazione. L’importo minimo che si può ottenere è pari a 991,60 euro, quello massimo 2.000 euro.