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Stampa tedesca: discorso di Trump una “dichiarazione di guerra”

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Il discorso di Donald Trump nel giorno del suo insediamento, che per molti osservatori è sembrato un intervento da campagna elettorale più che uno speech presidenziale, è stato criticato in Europa per la sua aggressività e per essere divisivo, rompendo dunque con la tradizione che voleva, fino a quel momento, la pronuncia di un discorso conciliante e un appello all’unità.

I primi effetti si incominciano a sentire anche in Europa. In Germania, per esempio, le parole usate da Trump nei 16 minuti di discorso – il più corto della storia americana – sono bastate per avere un effetto polarizzante. Per i media vicini al governo come l’Hadelsblatt, il giornale economico più importante e letto del paese, più che un discorso presidenziale è stata “una vera e propria dichiarazione di guerra” all’Europa e al suo paese più potente, la Germania.

Moritz Koch ha detto che l’intervento di Trump è stato “tutto fuorché conciliante e duro come quelli pronunciati durante la sua campagna” per la presidenza. Ma perché il discorso di Trump è cos`i importante per i media tedeschi e più in generale europei? Innanzitutto perché dà un’idea di quali sono le priorità di Trump in politica estera e commerciale.

Come osserva Reuters, i rapporti della Germania con gli Stati Uniti, il principale partner commerciale di Berlino, saranno una questione calda di cui si parlerà molto durante la campagna elettorale della prima economia d’Europa, che va al voto a settembre.

Ribadendo il ritornello della sua campagna presidenziale, Trump ha tracciato la sua linea di base negoziale in materia commerciale: sarà una tattica protezionista e isolazionista, che peraltro va contro le politiche degli ultimi anni del suo stesso partito Repubblicano.

Trump “dichiara guerra” a Europa e Merkel

Se Merkel vorrà scendere a patti con Trump, che ha criticato la cancelleria tedesca per la sua decisione nel 2015 di aprire le porte ai richiedenti di asilo in fuga da guerra e altri conflitti, dovrà mostrare una certa debolezza davanti al suo popolo, proprio nell’anno delle elezioni che – visto il calo di popolarità della leader della Germania – per la prima volta non sarebbe inconcepibile vederla cedere il potere dopo tre mandati consecutivi.

A giudicare dalle sue dichiarazioni Trump anticipa una spaccatura dell’Europa, una regione destinata, secondo lui, a perdere pezzi. Il neo presidente eletto ha anche lanciato un’offensiva contro la Nato – il “nemico” numero uno della Russia di Vladimir Putin, dichiarandola un’alleanza militare obsoleta. Altri paesi seguiranno le orme del Regno Unito dopo la Brexit, secondo il presidente americano appena insediatosi alla Casa Bianca.

“Minaccioso nei toni. Freddo e calcolatore nella logica. Cambiamento, ma senza speranza. Donald Trump si è servito del tradizionale discorso di insediamento per saldare i conti aperti con l’establishment politico Usa. Con i quattro ex presidenti seduti pochi metri davanti a lui, il 45esimo presidente ha fatto un manifesto populista“, ha scritto il capo redattore Gabor Steingart nel suo editoriale.

Secondo il capo redattore del giornale economico ogni tentativo di trovare un compromesso è destinato a fallire perché “il nuovo presidente ama combattere, non il consensus. Non vuole abbracciare, ma soffocare e sopraffare”. In materia di politica interna “l’agenda di Trump ha le fattezze di un piano per una guerra civile“, mentre in politica estera sembra “l’alba di una nuova era glaciale”.