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Spunta la seconda lista Anemone Un Berlusconi nell’elenco. Paolo?

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(WSI) – E adesso spunta la seconda “lista” Anemone. Un altro elenco di residenze ristrutturate dall’imprenditore della “cricca”. Uomini della politica, funzionari dei ministeri e sedi istituzionali. Come era accaduto la prima volta. Ma ora tra i tanti cognomi all’esame della procura di Perugia c’è n’è uno che nella prima lista non compariva: «Berlusconi». Paolo, pensano gli inquirenti. Ma gli accertamenti sono ancora in corso.

Il costruttore avrebbe potuto anche riferirsi a opere eseguite a Palazzo Chigi o in altre sedi del governo. Della seconda lista si sussurrava da tempo, sin da quando la Guardia di Finanza aveva consegnato ai magistrati umbri l’elenco con i 400 riferimenti segnati in modo puntuale da Anemone sul suo pc: da Palazzo Chigi, alle Caserme, dalla casa del numero uno della protezione civile, Guido Bertolaso, fino a quella del vicepresidente del Csm Nicola Mancino. E poi ospedali, Palazzo Grazioli, Università e ministeri. Persone e istituzioni per le quali Diego Anemone, l’imprenditore “piglia tutto” del G8 della Maddalena, ha eseguito lavori di ogni genere. Gli interessati hanno smentito di avere ottenuto favori da Anemone, ma intanto gli accertamenti sono ancora in corso. La seconda lista invece è stata tirata fuori dal computer di Stefano Gazzani, il commercialista di Anemone e di Angelo Balducci, sospettato di avere aiutato i suoi “clienti” più eccellenti a riciclare il denaro.

Adesso invece arrivano le prime indiscrezioni. A cominciare da quel nome importante. I pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, titolari del fascicolo sui Grandi eventi, suppongono che non si tratti del premier, ma di suo fratello. Perché il nome di Paolo Berlusconi era già emerso proprio dalle intercettazioni disposte dalla procura di Firenze sugli appalti della Maddalena. Rapporti con Fabio De Santis, il “soggetto attuatore” dei cantieri della Maddalena e poi provveditore alle opere pubbliche della Toscana finito in manette a febbraio, e Angelo Balducci. Il fratello del presidente del Consiglio faceva continue pressioni sugli uomini della “cricca”, perché l’architetto Giovanni Facchini ottenesse un incarico nei lavori della Maddalena. Ma non solo.

E’ l’ottobre del 2008 quando i carabinieri del Ros ascoltano le conversazioni. Tante telefonate con Balducci e De Santis. Paolo Berlusconi insiste per la nomina dell’architetto, poi nelle stesse telefonate aggiunge un’altra richiesta e si rivolge alla “cricca” anche per ottenere dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, all’epoca presieduto e “gestito” da Angelo Balducci, l’omologazione del suo “tutor”, l’apparecchio di rilevazione di velocità che dovrebbe essere piazzato nelle autostrade italiane.

Il 30 ottobre del 2008, dopo una serie di chiamate, alle 20 e 31 Paolo Berlusconi richiama l’ingegnere Fabio De Santis, spiega che non riesce a mettersi in contatto con Balducci e gli chiede di interessarsi alle faccende che lo riguardano: «Senti ti pregherei di incaricarti di questa cosa, io ci tengo, ma con Angelo non riesco a mettermi in contatto ed avere una risposta, fra una settimana va in quinta Commissione l’esame di alcune omologazioni, ne ho parlato con lui, ma mi ha detto che avrebbe cercato di farla discutere, girarla fuori dal mazzo e discutere la settimana scorsa – ma poi appunto non mi ha detto nulla – l’omologazione di questa società che si chiama Engine se puoi prendere nota». Qualche giorno dopo sarà Fabio De Santis a rassicurarlo sull’esito positivo di entrambe le faccende. L’incarico all’architetto e il via libera per la Engine.

E agli atti della procura di Perugia c’è anche un’altra intercettazione. Questa volta riguarda invece l’allora sottosegretario al Turismo Michela Brambilla, oggi ministro. Ha giurato da poche settimane, nel giugno 2008, la Brambilla quando i carabinieri ascoltano una conversazione tra la segretaria dell’ex ministro Claudio Scajola, costretto a dimettersi qualche mese fa per avere comprato una casa con i soldi di Anemone, e Balducci. La donna avverte che la Brambilla sta per arrivare. Ed è Balducci a replicare che il nuovo sottosegretario al Turismo vuole fare una direzione generale ad hoc per i lavori dei Grandi eventi. L’allora presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici solleva delle obiezioni e spiega che lavorerà per lasciare le cose come stanno.

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