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Sprint sulla crescita: in decreto Passera proroga dichiarazione Imu

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Roma – Archiviato l’aggiornamento del Def, il Governo riapre il dossier sulla crescita. Tant’è che già la settimana prossima (si parla di venerdì 28) il Consiglio dei ministri potrebbe varare il decreto sviluppo-bis. Accompagnandolo con un Dl sui comuni dissestati in cui imbarcare anche la possibile proroga al 31 ottobre della dichiarazione Imu (si veda il servizio a pagina 21). A ottobre sarà poi il turno della legge di stabilità, accompagnata dalla fase due della spending review, e del nuovo pacchetto di semplificazioni per le imprese.

A questa agenda si sarebbe arrivati dopo il Cdm di ieri che è stato dedicato quasi interamente all’approvazione della nota di aggiornamento delle previsioni macroeconomiche contenute nel «Documento di economia e finanza» di aprile (su cui si veda pagina 3). Ma affinché i tempi siano rispettati occorre, innanzitutto, che vengano sciolti i nodi sulle coperture del provvedimento messo a punto dal ministro Corrado Passera e incentrato su tre pilastri: start up, agenda digitale e internazionalizzazione. In ballo ci sono sempre i 400 milioni di risorse che ancora mancano all’appello. I tecnici dello Sviluppo stanno provando a racimolare il quantum tra le pieghe del loro bilancio per poi sottoporre le soluzioni trovate all’Economia e alla Ragioneria generale dello Stato.

I punti dolenti sono quelli anticipati ieri su questo giornale. Si parte dalla riunione in un unico documento elettronico di carta d’identità e tessera sanitaria che, da sola, costerebbe 85 milioni di euro. E, passando per i 100 milioni che ancora mancano alla voce “banda larga e ultralarga”, si arriva ai due punti più delicati: la defiscalizzazione sulle infrastrutture costruite in partenariato pubblico-privato e le agevolazioni per le start up innovative. Servirebbero infatti 50 milioni per la creazione di una sezione speciale loro riservata nel Fondo di garanzia e altrettanti per l’estensione dell’utilizzo del Fondo italiano di investimento. Senza dimenticare le perplessità che circondano il contratto tipico di lavoro per le start up innovative e l’Iva per cassa.

Un nuovo invito a fare presto sull’agenda digitale è giunto ieri da Assinform, l’associazione delle aziende di information technology aderente a Confindustria, che si è detta «molto preoccupata» del ritardo fin qui accumulato dal provvedimento.

Se la tabella di marcia sarà rispettata e il Dl Digitalia vedrà la luce venerdì prossimo, il Governo si getterà a capofitto sulla messa a punto della legge di stabilità che va presentata in Parlamento il 15 ottobre ma potrebbe essere licenziata dal Cdm già il 10-11. Al suo interno o in un provvedimento collegato potrebbe trovare spazio la fase due della spending review da 6-6,5 miliardi che servirà a sterilizzare una volta per tutte l’aumento di due punti delle aliquote Iva che per ora è stato solo rimandato a luglio 2013.

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