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“SPRING TRADING”: I DEBOLI SONO EURO E STERLINA

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(WSI) –L’inizio di questa primavera, in quel di Milano e dintorni, rispecchia esattamente quello che sembra essere l’animo della maggior parte degli operatori.

Ci si sente tutti più in forza e con voglia di fare dato che è scattata la fatidica data, ma quando si guarda fuori dalla finestra, al mattino appena svegli, si trova un cielo grigio che lascia cadere giù qualcosa che assomiglia a pioggia, ma che è talmente fine da non sembrarlo nemmeno.

E si rimane lì, senza sapere che fare, e ci si dice: “ma sì dai, domani arriva il sole, e con lui, la vera primavera”. Ebbene, siamo tutti qui ad aspettare un bel movimento direzionale, magari supportato – come accadeva ormai qualche anno fa – da qualche fondamentale macroeconomico, che però tarda ad arrivare.

Ed il sentore è che tarderà ancora per qualche tempo. Ci sono però dei punti chiari, che si stanno delineando sempre di più. Chi sono i forti e chi i deboli? Partiamo dai primi.

Forti: commodity currencies, franco svizzero, mercati emergenti e dollaro americano.

Per le divise appartenenti al commodity block non stiamo nemmeno a sprecare fiato in quanto, in fasi di mercato come quelle attuali, è normale che si apprezzino tanto più se le economie dei Paesi che lo compongono, cominciano a reagire e ad anticipare la ripresa globale (sono economie più “snelle”, macchine molto meno pesanti rispetto ai grandi colossi europei ed americani). Stesso discorso per gli emergenti.

Per quanto riguarda il franco svizzero invece, basta osservare un grafico giornaliero per capire cosa sta succedendo ed allo stesso tempo, ricostruire la storia degli ultimi mesi.

Tutti ricorderemo i numerosi interventi della Swiss National Bank per cercare di frenare l’apprezzamento della divisa elvetica, interventi che non hanno avuto successo e che sono sempre stati sfidati dal mercato, che alla fine, come sempre accade, ha avuto ragione.

I nostri lettori più fedeli, sicuramente ricorderanno quello che scrivevamo lo scorso 11 marzo nel nostro pezzo di analisi tecnica: “EurChf dopo aver rotto i supporti a 1.4620 è sceso fino a toccare 1.4604. Vi starete chiedendo se la penna dello scrivente stia dando i numeri, o meglio, se li stia dando lui stesso, ma guardando un grafico orario capirete il motivo per evidenziare un movimento di appena 15 pips.”

Ebbene, il sentore era quello giusto, e la discesa c’è stata, eccome se c’è stata, ed ora siamo vicini a livelli importantissimi, da tenere d’occhio con grandissima attenzione.

Per quanto riguarda il dollaro, l’idea che si possa rafforzare ulteriormente a livello globale diventa sempre più forte. Seguiamo i mercati giorno per giorno per vedere se anche le price action ci suggeriranno ciò.

Deboli: euro, sterlina. Per il primo, problema Grecia. Per la seconda, problemi vari.

Anche se pensiamo che nel medio periodo la valuta britannica possa rialzare la testa e riprendere il suo tipico vigore, adesso essa è praticamente da vendere su ogni rialzo. E come potrebbe andare il braccio di ferro tra due valute deboli nel breve periodo? Altalena è la risposta più corretta.

Ricominciamo la settimana di analisi tecnica con un euro in difficoltà, nei confronti del dollaro.

Dopo che il cambio sembrava potere essere indirizzato alla rottura della resistenza superiore di 1.38, abbiamo assistito ad una discesa di due giorni che ha coperto 300 punti, riportandoci molto vicini al supporto della fase laterale delle scorse settimane.

A nulla sembra essere servito il supporto intermedio di 1.3535 con i prezzi esattamente su 1.35 figura e con tutte le intenzioni di giungere (complici stocastici non del tutto scarichi) nei pressi di 1.3440.

Ancora molto tranquilla la situazione grafica del dollaro yen: i prezzi si trovano all’interno di 150 punti di range, fra 89.60 e 91.50, da due settimane.

Non è chiaro da quale parte possa avvenire la rottura definitiva ma ciò che è certo è che ci troviamo ancora all’interno di una tendenza ribassista e sino a che 91.60 sarà superato definitivamente propendiamo per estensioni ribassiste.

Dal picco di mercoledì a 1.5375, il cable ha subito una forte discesa. Ora i prezzi sono orientati al ritracciamento totale del movimento rialzista fra il minimo del primo marzo a 1.4780 ed il massimo sopra descritto. Solamente un altro livello di supporto potrebbe contenere inizialmente la discesa del cambio: stiamo parlando di 1.4870.

Il dollaro nei confronti del franco svizzero ha trovato le settimane scorse un livello di supporto in 1.0650: ora questo livello, oltrepassato a ribasso due venerdì fa, è diventato la resistenza chiave nel breve periodo.

Intorno a questa area interessante abbiamo infatti notato, dal 15 marzo, il concentrarsi di massimi consecutivi. Ricordiamo ancora che 1.0510 (il 50% di ritracciamento del movimento rialzista compreso fra 1.0130 e 1.0895) è il supporto del cambio.

Rimaniamo a parlare del franco svizzero dove per 20 pips non abbiamo assistito al test perfetto del doppio minimo storico.

Certo il cambio non è che si sia allontanato molto, per cui massima attenzione al minimo di 1.43, ricordiamo minimo del cambio di ottobre 2008, oltre il quale si potrebbero trovare molti ordini cautelativi di posizioni lunghe, alla cui definitiva rottura quindi sarebbe possibile attendersi un’ulteriore rapida discesa.

Terminiamo con il cambio AudUsd andando a notare come i prezzi si stiano avvicinando alla trendline ascendente, iniziata i primi giorni di febbraio, che indichiamo da qualche giorno come livello chiave nel medio. Molta attenzione quindi al supporto di 0.91 figura.

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